Oggi è il centenario della nascita di Fausto Coppi, mito intramontabile di un ciclismo d'altri tempi. La morte a soli 40 anni lo ha sottratto all'affetto dei tifosi, compresi i tanti che ne hanno ammirato le imprese sportive solo attraverso le immagini in bianco e nero dell'epoca, e dei suoi cari. L''Airone', come Coppi era stato soprannominato, perché al posto delle gambe sembrava avesse le ali e, invece di pedalare, volava, aveva già vinto tutto: cinque Giri d'Italia, due Tour de France, tre Milano-Sanremo, una Parigi Roubaix. E inoltre ben tre Mondiali, due su pista e uno su strada, quattro titoli italiani, cinque Giri di Lombardia. Figlio di contadini nato a Castellania, tra colline e vitigni dell'Alessandrino, aveva preferito chinarsi sul manubrio anziché sulla terra. Tutti gli appassionati ricordano la rivalità con un altro grande delle due ruote come Gino Bartali. E, la foto dello scambio della borraccia sul Col du Galibier al Tour del 1952 simbolo di una rivalità sportiva che raggiunto il traguardo si trasforma in profonda amicizia. Un particolare di un'Italia divisa del Dopoguerra che si ritrova unita nell'ammirare le loro imprese.

Condividi