(AVInews) – UMBERTIDE – “Umbertide come Bagdad o Il Cairo?: la moschea della discordia. Non più quindi una ridente cittadina nel cuore verde dell’Italia ma la capitale della discordia politico religiosa tra chi, più o meno consapevolmente, ha consentito la costruzione di un presunto centro culturale islamico, alias moschea, e coloro (la Lega) che della battaglia contro la moschea ne hanno fatto un programma elettorale. In mezzo ci siamo noi cittadini umbertidesi costretti a essere presi per i fondelli di volta in volta dai paladini delle due tesi. In Regione, però, il sottoscritto da tempo ha portato avanti una battaglia di trasparenza su questa vicenda. Interrogazioni, esposti e soprattutto richieste di verifica dei flussi finanziari che hanno consentito a un’associazione di pochi adepti di poter realizzare un’opera cosi impattante e cosi costosa”. È quanto dichiarato dal vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Marco Vinicio Guasticchi.

“Oggi, quello che chiede la nostra comunità – prosegue Guasticchi – non riguarda solo la trasparenza degli atti o della natura dei finanziamenti (è in atto un’indagine della procura in tal senso), ma capire dai nostri attuali amministratori quali strategie hanno in mente per attuare la parte del programma elettorale che riguarda questo punto così delicato. Sicuramente bisognerà convocare il sedicente imam per capire bene se intende muoversi in sintonia con la comunità umbertidese oppure continuerà con l’atteggiamento divisivo che tanto in imbarazzo ha messo la passata amministrazione Locchi”.

“Inoltre – aggiunge Guasticchi –, i toni da guerra religiosa che hanno caratterizzato la campagna elettorale dovrebbero tornare nel giusto alveo della civiltà, tenendo conto ovviamente che i diritti non vanno solo pretesi ma vanno strettamente correlati con il rispetto dei doveri, in una comunità come la nostra che molto ha fatto per l’integrazione”.

“In questa nuova fase – conclude Marco Vinicio Guasticchi –, vorrei ricordare ai nostri rappresentanti politici locali che, quando c’è in gioco l’interesse di una comunità, la politica partitica dovrebbe fare un passo indietro e provare a remare insieme per il bene comune. Da consigliere regionale continuerò a vigilare con grande attenzione utilizzando prerogative e strumenti che la Regione può mettere a disposizione”.

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