SPOLETO - Per il ciclo di conferenze “Raccontando la storia”, venerdì 18 maggio, alle ore 17, al Museo archeologico nazionale di Spoleto, Luana Cenciaioli, direttrice del Museo archeologico nazionale dell’Umbria e del Museo archeologico nazionale di Orvieto, parlerà su “L’antica città di Gubbio. Nuovi dati per la conoscenza”. Gubbio, città stato delle popolazioni umbre, la cui struttura urbanistica si desume dalle Tavole eugubine, documento fondamentale della lingua umbra e dei rituali religiosi, sorge sul pendio di M. Ingino. In corrispondenza del centro medievale sono attestate presenze di età protovillanoviana, necropoli, abitato e tracce dell’antica cinta muraria. 

In età arcaica il territorio è occupato da una fitta rete di castellieri che controllano i confini e le principali arterie e nel VII-VI sec.a.C.  la realtà eugubina si arricchisce di una necropoli con tombe a circolo in loc.S.Biagio e poi alla fine del V sec.a.C. con quella in loc. Vittorina, che continua fino al II sec. d.C., costituendo così la necropoli più grande e longeva della città. 

In età romana, nella seconda metà del II sec. a.C., la città si sviluppa, prima con strutture abitative dell’area dell’Ospedale e con lo scarico in loc. S.Biagio, poi nel I sec. a.C. con un sistema a ventaglio si espande in un vasto quartiere abitativo, posto più a valle, come è documentato dai resti delle terme, del teatro, delle domus della Guastuglia e da edifici di probabile pertinenza pubblica rinvenuti presso palazzo Vispi ed in via Perugina.

Ricerche eseguite negli ultimi anni hanno contribuito notevolmente alle conoscenza dell’antica città: si tratta del rinvenimento di tombe a tumulo  di VI sec.a C. in loc. Mocaiana e Valderchia, collocate nel territorio eugubino. Importanti sono anche i lavori in loc. Guastuglia, alle porte di Gubbio, quartiere residenziale di età romana. Sono state eseguite opere per la sistemazione a parco urbano, la copertura della domus del banchetto e lo scavo della domus dei mosaici, domus romana indagata per circa 1000 mq, dove sono conservati pavimenti in tessellato in bianco e nero che mostrano una grande varietà di ornati.

 

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