PERUGIA - "Non ho ammazzato mio figlio, non volevo finisse così": a dirlo è la ventisettenne di Terni arrestata per omicidio dopo avere abbandonato in una busta di plastica lasciata nel parcheggio di un supermercato il figlio partorito da poche ore e poi trovato morto. La giovane ha incontrato nel carcere di Perugia, dove si trova in isolamento, il suo difensore, l'avvocato Alessio Pressi.

Al legale la giovane ha detto di trovare "una forzatura" l'accusa di omicidio volontario. La ventisettenne ha anche chiesto notizie dell'altra figlia minore, ora affidata ai familiari.
Al momento non è stata ancora fissata la data dell'interrogatorio davanti al gip Natalia Giubilei, che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare richiesta dal pm Barbara Mazzullo sulla base dell'indagine condotta dalla polizia di Terni.
Sono stati comunque fissati nelle immagini registrate dal sistema di videosorveglianza del supermercato di Terni vicino al quale è stato trovato il cadavere del neonato i momenti nei quali la madre che lo aveva partorito da poco lo ha abbandonato, ancora vivo come emerso dall'autopsia. Fotogrammi acquisiti dalla polizia che ha poi arrestato la ventisettenne e ora contenuti nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere a suo carico per omicidio volontario aggravato.

Secondo il provvedimento del gip la causa della morte del neonato per asfissia va ricercata proprio nel fatto che il piccolo sia stato messo nella busta di plastica lasciata nell'aiuola che delimita il parcheggio del supermercato.
Nell'ordinanza il giudice ha evidenziato poi che la giovane poteva contare su "un contesto familiare allargato", in grado di aiutarla anche economicamente, mentre quando è stata sentita dagli inquirenti la ventisettenne ha invece sostenuto di avere abbandonato il figlio perché non in grado di mantenerlo.

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