PERUGIA – “L'indagine per abuso d’ufficio su Walter Orlandi riapre il dibattito sulle imposizioni e sulla gestione personalistica delle nomine della presidente Marini”. È quanto dichiara il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Maria Grazia Carbonari.

“La notizia di stampa di oggi – spiega Carbonari - secondo cui Walter Orlandi sarebbe indagato per abuso d’ufficio in merito alla nomina di una direttrice sanitaria, riapre il vaso di Pandora di cui ci siamo occupati in questi due anni. Alcuni singoli soggetti, per ragioni talvolta misteriose, vengono imposti dalla presidente Marini al vertice dell’Amministrazione regionale. E questo avviene talvolta applicando la normativa vigente con interpretazioni fantasiose, ad esempio sulla sussistenza del conflitto d’interesse, oppure in disprezzo alla basilare opportunità politica. Tali soggetti, che a volte hanno una carriera esclusivamente politica e senza titoli, in certi casi hanno anche mostrato sfregio verso gli organi democratici della Regione o dell’Assemblea legislativa, quasi a confermare che la loro carica, potere e privilegio dipende solo e soltanto dalla presidente”.

“Proprio a causa della nomina Walter Orlandi – prosegue Carbonari - si sfiorò la crisi di Giunta, quando l’arrogante imposizione della presidente Marini non fu accettata dall’assessore alla Sanità Luca Barberini. In seguito, fu inventata la nuova figura di direttore generale della Regione Umbria, così da garantire ad Orlandi una poltrona di vertice. Un’operazione ribattezzata da alcuni 'lodo Orlandi' ma che, con la solita ipocrisia della Giunta Marini verso i cittadini umbri, è stato addirittura presentato come 'rafforzamento del principio di responsabilità in cui al centro c’è il cittadino, del principio del merito e del principio di rotazione per la trasparenza'. In un periodo di tagli indiscriminati ai servizi essenziali, segnalati anche dalla Corte dei Conti, per gli 'uomini e donne della presidente' i ricchi incarichi non mancano mai. La spending review è per tutti gli altri e l’unico criterio di selezione sembra essere il favore personale della presidente, che sembra confondere la Regione Umbria con una sua Spa unipersonale”.

“Ferma restando l’attenzione su questa vicenda – conclude Carbonari -, è ormai non più tollerabile la gestione personalistica della presidente. È necessario aprire una seria indagine istituzionale in merito a come tali soggetti, dai curricula talvolta scarni, ottengano titoli proprio da enti partecipati dalla stessa Regione e come si giustifichino tali incarichi di enorme potere”. 

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