PERUGIA – “La sicurezza non migliora con la propaganda e con i proclami”. È quanto dichiara il consigliere regionale Giacomo Leonelli (Pd - presidente della Commissione Analisi e studi su criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose, tossico-dipendenze, sicurezza e qualità della vita di Palazzo Cesaroni) commentando “il quadro negativo che emerge dal rapporto ‘Indice di criminalità 2018’ pubblicato oggi dal Sole 24 Ore (https://tinyurl.com/yb78uqva(link is external)), secondo cui aumenta complessivamente il numero di reati in Umbria, con Perugia che sale di 11 posizioni in questa non lusinghiera classifica e con Terni che ne scala 12”.

“Le scorse elezioni Amministrative a Perugia – spiega Leonelli – furono caratterizzate da una retorica ben precisa, e cioè quella secondo cui la vecchia Giunta fosse la causa del problema criminalità in tutta la città. Ora, dopo cinque anni, ci rendiamo conto che a Perugia alcuni reati che minano direttamente la vivibilità e la sicurezza dei quartieri, sono addirittura in aumento. Crescono i furti soprattutto quelli in abitazione, che su base provinciale passano da 361,29 ogni 100 mila abitanti a 417,01. In aumento anche quelli con strappo da 18,62 a 20,07. Per entrambi Perugia è al 26esimo posto in Italia, quindi sopra la media. Preoccupante anche il numero di estorsioni con 14,75 ogni 100 mila abitanti, che pongono Perugia al 35esimo posto e ancora peggio l’usura dove il capoluogo umbro è 30esimo con 0,61 rispetto a 0,30 dell’anno prima. Infine il riciclaggio cresce passando da 0,15 a 1,06, portando Perugia all’83esimo posto”.

“Cosa possiamo fare? Rimboccarci le maniche e lavorare tutti insieme, anche in Regione. È vero – conclude Leonelli - che la Regione Umbria non ha una competenza diretta in materia, né un corpo di polizia. Ma possiamo comunque lavorare in Commissione Antimafia per contrastare i fenomeni del riciclaggio e delle infiltrazioni malavitose. Attività che garantiscono affari e risorse alla criminalità. Noi siamo al lavoro da tempo e continueremo a farlo, mi aspetto che anche gli altri lo facciano. E magari, prima di fare proclami o sterile propaganda politica, diano una letta a certi numeri preoccupanti”. 

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