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di Nicola Bossi Scricchiola il Pd, ma dall'interno. E quello che preoccupa di più gli osservatori è che l'insofferenza non viene dai vecchi politici (in Umbria le posizioni critiche di Maurizio Rosi e Ornella Bellini, sono state chiare), ma anche dalla base che per il Pd è l'acquosa e torrentizia società civile. Lettereriformiste, contenitore web di politica, ha raccolto l'analisi di uno dei volti nuovi del Pd in Umbria che è stato eletto alla costituente nazionale. Attilio Solinas è un medico del Servizio sanitario regionale, che svolge la sua attività di specialista in una ASL dell'Umbria, e che non ha intenzione di abbandonare l'esercizio professionale e l'impegno nel servizio pubblico per fare politica a tempo pieno. Appartiene a pieno titolo a quella società civile la cui presenza del partito democratico viene auspica come cartina di tornasole di un partito nuovo che dovrebbe voltare le spalle alle passate esperienze burocratiche, lo diciamo con il peso dell'esperienza di militanti nelle organizzazioni che sono confluite nel Pd.  Il che aggiunge amarezza ad amarezza nel leggere le sue riflessioni, perché vengono proprio da uno di coloro cui è affidata la nostra speranza (vorremmo scrivere: certezza) nel futuro. Pubblichiamo la lettera integrale di Solinas Da cittadino, non da membro della Costituente nazionale, sono un po’ preoccupato per come sta evolvendo il PD in Umbria : vedo la situazione  un po’ “ingessata” , densa di vecchie logiche , poco vivace e propositiva. I dirigenti ex DS ed ex Margherita si sentono forti, contano sulla loro influenza politica ed elettorale, dimostrata  alla grande anche in occasione del 14 Ottobre, grazie alla mobilitazione e alle iniziative “casa per casa”   dei loro referenti politici  sul territorio (responsabili delle sezioni e dei circoli + attivisti fedeli). Nelle liste erano presenti pochi “personaggi nuovi”. I voti sono arrivati in grande maggioranza alla lista ufficiale colma di dirigenti e amministratori (Democratici per Veltroni) e solo in percentuale minore  nelle altre liste (dove si è visto il voto di opinione e non di appartenenza).   Da qui si coglie l’impressione che, in Umbria, non ci sia stata e non ci sia una gran voglia di muovere le acque, di rinnovare e di contaminare il PD con la partecipazione di esponenti della società civile. Questa contaminazione mi sembra , invece,  sia stata fortemente voluta e in molti casi realizzata da Veltroni . Perché secondo me è importante questa contaminazione? Perchè rappresenta la vera innovazione del PD. Perché far partecipare professionisti, imprenditori, operai, pensionati (ecc.) alla discussione politica e alle decisioni programmatiche arricchisce il PD . Molto spesso la politica non è in grado di cogliere certi aspetti della vita di tutti i giorni , certe problematiche visibili solo  con l’ottica dell’uomo della strada. Allo stesso modo ,  spesso, le decisioni politiche e amministrative, anche a Perugia e in Umbria, sono prese in ambiti privi di un’adeguata competenza tecnica, scientifica o culturale. Ma , quello che manca di più, a giudizio della cittadinanza, è la trasparenza nella gestione della cosa pubblica e un’ adeguata comunicazione  dei progetti politici e soprattutto amministrativi che si intende perseguire.    Ho sperato sin da quando si è dato l’avvio alla costruzione del PD umbro , che si comprendesse l’importanza di integrare la classe politica umbra (che giudico senz’altro una “casta virtuosa” rispetto ad altre realtà nazionali) con personalità che non provengano dal mondo politico, per arricchire la discussione su progetti e programmi, per trovare soluzioni più solide e condivise  e per fornire alla gente un’immagine di novità : persone nuove = volontà di rinnovare , di aprire alla cittadinanza. E’ necessario, in questo senso, un segnale di forte innovazione, appena superata la fase transitoria dell’organizzazione del partito, che è importante per dare dei referenti politici e un riferimento logistico il più capillare possibile ai cittadini (sedi dove discutere e promuovere istanze). Una struttura logistica e organizzativa capillare  finalizzata  a quel radicamento sul territorio così fortemente auspicato.   Ma basta avere sedi dove discutere? E’ sufficiente avere referenti politici cui rivolgersi? Tutto ciò in fondo già era presente (sezioni DS e circoli Dl): funzionava? Attraeva gente o serviva solo a far funzionare la macchina elettorale quando si presentava l’occasione? E’sufficiente cambiare targa ad un portone per promuovere la nuova partecipazione?   Il cittadino medio (come me) è impegnato nella sua attività lavorativa, nei suoi problemi quotidiani, negli svaghi: perché dovrebbe essere interessato a frequentare un circolo di partito dove rischia di trovare sempre il solito personale politico e dove si attuano discussioni  un po’ idilliache e senza uno sbocco pragmatico. Allora, come fare a suscitare l’intereresse non solo degli 80.000 umbri che hanno votato alle primarie, ma anche degli altri 720.000 (compresi i neonati!!) ?  come superare  quella diffidenza nei confronti della classe politica, quel distacco e disinteresse che sono tra le motivazioni principali che hanno spinto a cerare il PD? Bisogna, secondo me, promuovere nuovi contenuti e nuove modalità di partecipazione per stimolare l’interesse dei cittadini ; ci vogliono iniziative tematiche periodiche di tipo assembleare, promosse dai circoli, alle quali partecipino cittadini, esponenti autorevoli della società civile , personalità competenti e soprattutto dirigenti politici e amministratori. Il cittadino vuole contare di più, vuole poter discutere e partecipare alle decisioni mettendo a disposizione  la propria esperienza, il proprio giudizio la propria critica costruttiva. So bene che l’attività politica costa fatica in termini di tempo, di lavoro di sacrificio a chi l’ha scelta per professione, ma la dedizione dei nostri politici non è più sufficiente. Non ci si può cullare più sulla certezza del consenso elettorale e della propria influenza politica. La gente è demotivata, delusa, diffidente e disillusa: vuole un cambio di rotta sostanziale e pragmatico; vuole essere ascoltata , vuole essere considerata da chi la rappresenta, non solo prima delle elezioni. Il cittadino vuole le riforme , vuole un miglioramento e una razionalizzazione nella gestione della cosa pubblica. Vuole che si torni a parlare di politica affrontando i problemi e le contraddizioni della società umbra, non con  discussioni fini a se stesse ma con l’intento di trovare la soluzioni migliori , le più soddisfacenti. In poche parole vuole che il politico , l’amministratore scenda dal suo piedistallo, esca dal suo aureo isolamento nelle stanze del potere e si confronti, discuta con coloro che l’hanno eletto su temi di interesse quotidiano per la nostra società. Le mie considerazioni sono scontate e forse un po’ semplicistiche ma credo riflettano le aspettative e gli umori più diffusi tra i cittadini umbri.   Condividi