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PERUGIA - La Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri ha reso noto di avere dato incarico ai propri legali di bloccare ''l'illegittima iniziativa'' del notaio che ha ottenuto il pignoramento di otto opere di Alberto Burri e di ''chiedere il risarcimento dei danni'' per la vicenda. Ha inoltre sottolineato che ''nulla deve'' al professionista. ''La Fondazione - e' detto in una sua nota diffusa in serata - non ha mai conferito alcun incarico al notaio in relazione all'eredita' di Minsa Craig. L'iniziativa del notaio e' del tutto infondata ed illecita''. Nella nota si afferma inoltre che l'attivita' per la quale il professionista chiede di essere pagato ''e' stata gia' liquidata'' ed inoltre ''ne' il suo cliente Cecil Craig (fratello di Minsa, la vedova del maestro - ndr) ne' la Fondazione lo hanno mai incaricato ed anzi si sono opposti alla stessa chiedendone al giudice il blocco, ottenendo un provvedimento che ha riconosciuto come non legittimi gli atti posti in essere dal notaio a partire dal 30 giugno 2006''. ''La transazione intervenuta tra la Fondazione e i congiunti Craig - si legge ancora nella nota - ha determinato la definitiva e salda cristallizzazione della titolarita' dei diritti e degli obblighi nascenti dall'eredita' di Minsa, in capo ai congiunti Craig, e dall'eredita' di Alberto Burri in capo alla Fondazione. Pertanto, con detta transazione i beni oggetto delle eredita' contese sono rimasti inalterati nella loro consistenza, non sono stati oggetto di alienazione a terzi e, non vi e' stata alcuna lesione dei diritti dei presunti creditori di Minsa. La transazione ha salvaguardato e garantito la titolarita' dell'eredita' di Alberto Burri in capo alla Fondazione, facendo si' che fosse esclusa ogni pretesa su di essa avanzata dai Craig quali pretendenti dell'eredita' di Minsa''. Condividi