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di Eugenio Pierucci Anche oggi, domenica, si sono presentati puntualmente al lavoro, così che non li si possa accusare di assenteismo. Hanno suonato al campanello per entrare, ma nessuno a risposto loro, come accade del resto da un po’ di tempo, poi, tanto per stare sul sicuro, si sono recati tutti e 18 alla Casa di Riposo, per mettersi a disposizione e per ricevere istruzioni sul che fare. Ma anche qui nessuno li ha ricevuti perché i loro nuovi datori di lavori nei giorni di festa riposano. Allora hanno deciso di ritentare domani, lunedì, e se anche questa volta non saranno ricevuti il giorno successivo, martedì 8 gennaio, torneranno di nuovo in piazza e c’è da giurare che questa volta non saranno soli. Al loro fianco troveranno non solo i sindacalisti che hanno sinora sostenuto la loro lotta, ma anche parecchi esponenti della minoranza consiliare e delle forze politiche della Sinistra assisiate che hanno già fatto sapere che ci saranno. Parliamo dei 18 dipendenti dell’Hotel “Subasio”, l’elegante e storico “quattro stelle” della città di San Francesco, che rischiano il posto di lavoro “per cambio di gestione”, una condizione che non figura neppure fra le vecchie “giuste cause di licenziamento”. Saranno in piazza per reclamare, giustamente, com’è nel loro diritto, “lavoro e retribuzione” e non importa chi dovrà provvedere a farlo. E si, perché la questione è da questo punto di vista un pochino ingarbugliata e per capirci qualcosa siamo corsi a consultare il blog de La Mongolfiera, “Squillan le trombe…”, assai trafficato in questi giorni e nel quale si è animato un fitto dibattito al riguardo. Abbiamo così scoperto che secondo il bando con il quale si è avviata la gara per l’affidamento della gestione, dopo i lunghi anni cha questa aveva provveduto lo storico gestore Sergio Elisei, che “L'affittuario succederà nei contratti di lavoro dipendente dell’azienda oggetto della presente gara di appalto che torneranno in capo all’Ente a seguito della restituzione dell’azienda da parte del precedente affittuario, il cui contratto scadrà il 31/12/2007”. Un linguaggio contorto anzichenò per dire in sostanza che dal 1 gennaio i 18 dipendenti del “Subasio” figurano sulla lista paga degli Istituti Riuniti di Beneficenza, proprietari della struttura. E, allora, perché tanta preoccupazione, se le cose stanno messe così? La preoccupazione dei lavoratori è più che giustificata perché grazie a questa clausola il gestore entrante, la Oro Hotel,che comunque non prenderà possesso della struttura prima che siano compiuti i lavori di ristrutturazione previsti (e ci vorranno almeno 6 mesi), è stata liberata da ogni obbligo nei loro confronti, tanto che, come si può leggere nel suo sito, si è già messa alla ricerca di nuovo personale da impiegare non appena potrà prendere possesso dell’hotel. Al tempo stesso la presidente degli Istituti Riuniti di Beneficenza, Dott.ssa Grazia Carli, ha dichiarato papale papale, di fronte ad autorevoli testimoni, che lei quei lavoratori non li licenzierà dopo un giorno, ma dopo mezza giornata, perché, signori, in cassa non c’è una lira! (ci si scusi il lapsus, volevamo dire un euro). Dichiarazione compromette, come si vede, rilasciata nella sede dell’ente dove si stava trattando una soluzione, davanti non solo a quattro rappresentanti degli stessi lavoratori, ma alla presenza anche dell’avvocato degli stessi Istituti riuniti, di due sindacaliste della Cgil e della Uil ed anche di un ufficiale di Pubblica Sicurezza. Ma, allora, se le cose stanno così, perché quella clausola tanto graziosa nel confronti del gestore subentrante? Una clausola che lo libera interamente dagli obblighi che il codice civile prevede a salvaguarda dei dipendenti, laddove si parla specificatamente di mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d'azienda? “In caso di trasferimento d'azienda, il rapporto di lavoro continua con il cessionario ed il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano”, si dice ad esempio. Ed ancora “Il cedente ed il cessionario sono obbligati, in solido, per tutti i crediti che il lavoratore aveva al tempo del trasferimento. Con le procedure di cui agli articoli 410 e 411 del codice di procedura civile il lavoratore può consentire la liberazione del cedente dalle obbligazioni derivanti dal rapporto di lavoro”. E ci limitiamo a questo, ma potremmo continuare ancora. In tutta questa faccenda brilla poi, significativamente, la quasi totale assenza dell’amministrazione comunale di Assisi, il cui sindaco, Claudio Ricci, interessato dai sindacati ad intervenire sulla vicenda, si è pilatescamente tirato fuori dalla faccenda dichiarando di considerare esaurito il suo ruolo nell’aver favorito la ripresa delle trattative fra le parti. Come andranno a finire queste trattative evidentemente a lui non interessa, come non interessa nemmeno sapere che furto avranno questi 18 lavoratori e tanto meno le loro famiglie. Eppure è stato lui, sindaco di Forza Italia, a nominare l’attuale presidente dell’IRB, anche lei di Forza Italia, per cui qualche responsabilità per come questa amministra l’ente che gli ha affidato dovrebbe pure avvertirla! Condividi