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TERNI - L’inceneritore dell’Asm di Terni è temporaneamente fermo e secondo quanto ha scritto un quotidiano nazionale ciò si dovrebbe al contenuto radioattivo di “ecoballe” provenienti dalla Campania e testate nell’impianto umbro. Notizia che ha naturalmente prodotto un grande allarme e spinto il sindaco di Terni, Paolo Raffaelli, e il presidente dell’Asm medesima, Giacomo Porrazzini, ad una pronta smentita. Secondo quanto affermano i due amministratori la ragione del fermo dell’impianti sarebbe di tutt’altra natura ed in particolare si dovrebbe allo “sciagurato provvedimento che ha eliminato gli incentivi 'Cip 6' dal sistema di trattamento dei rifiuti, rendendo più conveniente sistemarli in discarica che non bruciarli”. Questo e solo questo è il motivo del temporaneo spegnimento dell’inceneritore e Raffaelli, che ha detto di voler investire della questione l’Anci nazionale e la Conferenza delle Regioni, si spinge anche più in là, sostenendo che “Questa normativa va cambiata perché serve solo alle ecomafie e perché sembra fatta apposta per impedire una soluzione moderna, ambientalmente e socialmente compatibile al dramma dei rifiuti che investe la Campania”, per cui già da domani inizierà a sollecitare un’iniziativa in questo senso da parte dell’associazione dei Comuni e della Regione Umbria nei confronti della Conferenza Stato-Regioni e della Conferenza unificata. Per il resto, Raffaelli e Porrazzini tranquillizzano sul fatto che “La frazione secca dei rifiuti termovalorizzati nell’impianto di Terni è esclusivamente quella prodotta nell’impianto di preselezione dell’Asm locale che tratta solo rifiuti provenienti dalla città di Terni e da altri 12 comuni del circondario” Condividi