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PERUGIA - Otto opere di Alberto Burri sono state pignorate su richiesta di un notaio perugino per un credito di poco meno di 200 euro vantato nei confronti della fondazione Albizzini e del fratello della vedova del maestro, Minsa Craig, nell'ambito di prestazioni eseguite per l'eredita' di quest'ultima. La notizia e' riportata oggi dai giornali locali. Le opere non hanno comunque lasciato la sede del museo. Dopo il pignoramento formale eseguito da un ufficiale giudiziario custode delle opere e' stata infatti nominata la segretaria della stessa fondazione. Secondo l'avvocato Francesco Depretis, legale del notaio, il valore complessivo delle opere e' di circa 250 mila euro. Si tratta di una serie di cretti dell'inizio degli anni Settanta. Il sindaco di Città di Castello, Fernanda Cecchini, ha così commentato quanto è accaduto: “È inimmaginabile che la Fondazione Albizzini, pur avvalendosi di un nutrito pool di legali, abbia stipulato con gli eredi di Minsa Craig una transazione che non mette il patrimonio artistico lasciato da Alberto Burri alla città al riparo da azioni e pretese di chi può vantare crediti nei confronti della defunta vedova dell’artista. Voglio quindi sperare che l’ennesima vertenza giudiziaria possa ottenere un rapido esito positivo a favore della Fondazione”. La Cecchini ha anche annunciato di aver già chiesto “un incontro urgente con la presidenza della Fondazione” e si vedrà “nei prossimi giorni con i rappresentanti del Comune nel Consiglio d’Amministrazione”. “Non nascondo - aggiunge - una seria preoccupazione non tanto per il merito del contenzioso attivato, che merita un maggiore e specifico approfondimento, ma per il fatto stesso che di Burri si torni nuovamente a parlare per vertenze giudiziarie, quando speravamo tutti che la transazione avesse messo la parola fine sulle dispute ereditarie ed avesse riportato il clima a quel livello di serenità che potesse dar modo di concentrarsi sulle iniziative di tutela e valorizzazione delle opere e di promozione dei musei Burri”. Condividi