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L’Università di Perugia sugli scudi per la scoperta da parte di due scienziati italiani di un nuovo fattore di crescita delle cellule nervose. Si tratta di una sorta di “segnale-guida” che permette la formazione delle reti neuronali, ovvero una molecola che guida i prolungamenti (assoni) che permettono ai neuroni di entrare in contatto fra loro, creando la fitta rete di cellule nervose che forma il cervello. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nature Neuroscience, è stata condotta nel laboratorio di Carlo Riccardi, dell'Universita' di Perugia, in collaborazione con l'italiano Pier Paolo Pandolfi, direttore del Programma di genetica del cancro del Centro medico Beth Israel Deaconess, presso la Harvard Medical School di Boston. Dopo la scoperta del fattore di crescita delle cellule nervose Ngf, che ha valso il Nobel a Rita Levi Montalcini, sono dunque ancora degli italiani a scoprire un nuovo fattore che appartiene alla stessa famiglia. La molecola si chiama Gitrl e svolge una funzione specifica nel direzionare gli assoni nel formare le reti di neuroni. “La scoperta di questo nuovo fattore di crescita nervoso - ha dichiarato Pandolfi all'ANSA - potrebbe trovare applicazione nella cura di tutte quelle patologie neurodegenerative in cui la rete neuronale risulta danneggiata, come la neuropatia diabetica”. Il fattore Gitrl in pratica potrebbe far “rigermogliare” i neuroni danneggiati, ma ancora vivi, e spingerli ad entrare in contatto coi neuroni limitrofi. I fattori di crescita sono molecole importantissime perché stimolano lo sviluppo di nuove cellule in un tessuto. Funzionano legandosi ad un recettore cellulare. Finora, ha spiegato Pandolfi, questa molecola era nota per la sua azione sul sistema immunitario e prima non si immaginava neppure potesse avere un ruolo anche sul sistema nervoso. La sua funzione, ha aggiunto, è più precisa rispetto a quella del fattore Ngf, che ha ampi poteri di stimolare la crescita di nuove cellule nervose. Gitrl guida infatti lo sviluppo e la ramificazione degli assoni senza influenzare la sopravvivenza del neurone. “L'idea - ha concluso Pandolfi - potrebbe dunque essere quella di utilizzare il Gitrl per malattie neurodegenerative come la neuropatia diabetica, magari somministrato insieme ad Ngf, per ottenere un'azione sinergica tra le due molecole”, e nei laboratori di Riccardi potrebbero partire a breve le prime sperimentazioni su topi diabetici. Condividi