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Quello che si è appena concluso è stato “l'anno del disincanto”, un anno di cambiamento di fase congiunturale, con una prima metà di crescita economica positiva e una seconda di rallentamento pericoloso, che ci lascia in un momento in cui è seriamente a rischio il posizionamento competitivo del Paese. Parte da qui l'analisi di inizio anno della Cgil dell'Umbria, esposta stamattina nel corso di una conferenza stampa dal segretario generale del sindacato Manlio Mariotti e dai segretari regionali Patrizia Venturini, Serena Moriondo e Michele Di Toro. “Il 2007 – ha detto Mariotti ai giornalisti – è stato un anno in chiaro scuro, fatto di eventi di grande rilievo, come la straordinaria consultazione referendaria per l'accordo sul welfare (oltre 5 milioni di lavoratori al voto), ma anche di propositi venuti meno, come quello di ridurre le disparità sociali e di introdurre elementi di equità”. Quindici milioni di italiani – è stato ricordato – vivono con 1.000 e meno euro al mese. A questi italiani la Cgil chiede di dare risposte concrete e immediate. Il 2007 è stato poi per il sindacato umbro l'anno della sicurezza sul lavoro: un anno confinato tra due grandi tragedie, quella di Campello sul Clitunno del novembre 2006 e quella di Torino del dicembre scorso. Dunque, un altro anno drammatico in cui diventa molto difficile rallegrarsi di un dato che non può comunque essere taciuto: le morti bianche in Umbria sono in calo, lo scorso anno sono state 18, contro le 26 del 2006 e del 2005 e le 38 del 2004. Segno che l'impegno straordinario del sindacato e delle istituzioni porta qualche significativo, seppure insufficiente, risultato. Sul fronte più squisitamente politico, il sindacato umbro ha conseguito nel 2007 due importanti risultati. Il primo è l'accordo per la costituzione del Fondo regionale per la non autosufficienza (un primato che la nostra regione condivide con l'Emilia Romagna e il Piemonte); il secondo è il Patto di stabilità fiscale e tariffaria, che introduce elementi fortemente innovativi, come il perseguimento di una progressività delle tassazioni anche a livello locale e l'introduzione di meccanismi incentivanti e disincentivanti legati alla propensione dei Comuni a concertare le proprie scelte con le parti sociali. Ci sono poi le note dolenti: un Patto per lo Sviluppo che sembra impantanato, soprattutto per quanto riguarda i tavoli territoriali. “Questo sarà uno dei principali banchi di prova del 2008”, ha avvertito Mariotti, ribadendo che lo strumento di concertazione studiato ormai diversi anni fa in Umbria abbisogna di nuova “manutenzione”. Il segretario generale ha poi sottolineato la necessità di aprire subito il confronto con la Regione su alcuni appuntamenti fondamentali del 2008: Piano Sanitario, Piano Sociale, Piano Energetico e Piano Rifiuti. Di grossi problemi dovuti alla “scarsa vena concertativa” e alla “insufficiente capacità di programmazione” di Palazzo Donini hanno parlato le segretarie Patrizia Venturini e Serena Moriondo, rispettivamente responsabili di lavoro-formazione e welfare. Le sindacaliste hanno segnalato inoltre “gravi ritardi” nell'attuazione di piani fondamentali per i cittadini, come quello di investimenti per i servizi all'infanzia o quello di formazione continua per gli adulti. In conclusione, Michele Di Toro, segretario organizzativo della Cgil Umbria, ha descritto la situazione dell'organizzazione che continua ad accrescere il proprio numero di iscritti, ormai saldamente al di sopra delle 120mila unità (i dati nel dettaglio sono disponibili nel sito www.cgilumbria.it). Ma l'aspetto più significativo è che a fronte di un calo di iscritti tra i pensionati si registra un significativo incremento degli attivi (+222 rispetto al 2006) che evidenzia il forte dinamismo del sindacato umbro, la più grande organizzazione associativa della regione, capace di rappresentare un umbro su otto. Condividi