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Per far fronte alle emergenze sanitarie degli ultimi anni e tutt’ora in corso (BSE, Blue tongue, Influenza aviaria, ecc.) sono stati assicurati dallo Stato dei fondi a tutti gli Istituti Zooprofilattici (legge n. 3/2001) garantiti con regolarità di anno in anno. Grazie a questi fondi è stata assunta, a tempo determinato, la maggior parte del personale attualmente precario con varie qualifiche professionali: dirigenti veterinari, biologi, chimici e tecnici. Ha pensato bene, l’allora Direttore Generale, nonché attuale Commissario Straordinario dell’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche, Dr. Guido Petracca, di far inserire nella Legge Finanziaria 2007 un comma (n° 566) grazie al quale questi fondi potevano essere utilizzati per intraprendere le procedure di stabilizzazione del personale precario. Questo è quanto sta avvenendo negli altri Istituti Zooprofilattici Sperimentali italiani, dove sono state avviate le procedure per stabilizzare il personale precario negli stessi livelli professionali seguendo le indicazioni del comma n° 566 e le Linee Guida dettate dallo stesso Dr. Guido Petracca. Ciò, paradossalmente, non è accaduto nell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche dove, di fatto, sono state escluse dalla stabilizzazione tutte le figure dirigenziali. Nella grande magnanimità del Direttore Generale ha trovato posto la possibilità, data al personale laureato (la metà di tutti i precari), di esser assunto come tecnico di laboratorio. Facendo leva sulla vulnerabilità di parte del personale laureato precario è riuscito ad ottenerne l’adesione alla stabilizzazione come tecnico DS mettendo di fatto fuori dall’Istituto coloro i quali non hanno accettato tale anomala e penalizzante collocazione ed in particolare sette veterinari, una biologa ed una laureata in scienze naturali, i quali hanno deciso di fare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale dell’Umbria. Nonostante il TAR abbia disposto il 19 dicembre scorso un provvedimento cautelare per scongiurare danni agli interessati, ad oggi gli unici precari che “sono stati buttati a mare” e che sono senza stipendio (in alcuni casi per il secondo mese consecutivo), sono proprio coloro che il TAR voleva cautelare con l’emanazione del provvedimento sospensivo ritenendo “che nella comparazione degli interessi contrapposti, si ravvisa un apprezzabile pregiudizio per la parte ricorrente qualora gli atti impugnati abbiano seguito”. Quella dei dirigenti precari non è mai stata né mai sarà una guerra fatta contro altri precari per escluderli dal processo di stabilizzazione. E’ una battaglia che vuole difendere i diritti maturati in tanti anni di lavoro presso l’IZSUM (in alcuni casi 9-10 anni) e per tutelare una dignità professionale e retributiva, a vantaggio, paradossalmente, anche di coloro che “consigliati” si ritrovano oggi a lottare contro. A questo punto viene spontaneo chiedersi perché il Commissario Straordinario, Dr. Guido Petracca ed il Direttore Amministrativo, Dr. Filippo Basso, mostrano tanta determinazione nel voler a tutti i costi perseguire la stabilizzazione seguendo una strada ormai divenuta così tanto solitaria e tortuosa? Perché non rinnovare il contratto anche ai precari “dissidenti“? Perché spostare tutta la vicenda sul piano personale? E’ stato completamente ignorato il parere dei lavoratori e dell’Ordine professionale delle Province di Perugia e Terni, le proposte dei sindacati SIVeMP, SNABI, CGIL e l’esempio dagli altri IZS. Fermo restando il rispetto per la scelta operata dagli altri 31 precari per la loro stabilizzazione, i 9 precari esclusi sono fermamente determinati a perseguire fino in fondo la loro azione legale per vedere i loro diritti rispettati. Ma, come in più occasioni rimarcato, sono pronti e disponibili alla trattativa che, però, non può prescindere dalla loro stabilizzazione nei ruoli della dirigenza della Sanità in ottemperanza a quanto stabilito dalle leggi finanziarie 2007 e 2008, essendo presenti tutte le condizioni e gli strumenti affinché queste leggi possano essere applicate. L’augurio, assieme a quello di un nuovo anno, è che ogni precario possa trovare, all’interno dell’IZSUM, la stabilizzazione perseguita. Condividi