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PERUGIA - Rifondazione Comunista entra a gamba tesa nella vicenda dell’addizionale Irpef moltiplicata per 7 dall’amministrazione comunale perugina che chiama ora i lavoratori dipendenti e i pensionati a versare un sostanzioso obolo nelle casse dell’ente (mediamente 120 euro a testa, a fine mese, per un totale di 13,2 milioni di euro). Lo fa - dopo anche l’allarme lanciato dai sindacati preoccupati perché questo prelievo forzoso si rimangerà gran parte del misero adeguamento che i salari e le pensioni otterranno a compenso parziale dell’accresciuto costo delle vita - con una dura nota del coordinatore perugino del partito, Luciano Della Vecchia, che ripercorre una vicenda che ebbe inizio nei primo mesi del 2007. Lo stesso torna a riproporre, con ancora maggiore forza, le misure che l’Intergruppo della Sinistra (all’epoca composto dai consiglieri del Prc e della Sinistra Ds, oggi Sd), aveva avanzato nel tentativo di attenuare, per quanto possibile, gli effetti devastanti che questa misura avrebbe prodotto soprattutto sui possessori dei redditi più bassi. Allora furono proposti alcuni emendamenti, che però vwennero bocciati in consiglio comunale, per chiedere in particolare l’esenzione completa dal pagamento dell’addizionale almeno per i redditi fino a 12.000 euro e la riduzione dell’aumento per tutti allo 0,4%. Per quella battaglia perduta, Della Vecchia se la prende anche con i sindacati (solo la Camera del Lavoro di Perugia provò ad organizzare un’assemblea) ed in particolare con quelli dei pensionati che “si limitarono ad esprimere un’opposizione a parole senza pensare minimamente a mobilitare i loro iscritti”, anche se avrebbero trovato in seno all’amministrazione comunale la sponda sicura costituita, appunto, dai consiglieri dell’Intergruppo che furono invece lasciato soli a condurre quella lotta. Ricordando che poi, in occasione dell’approvazione del bilancio 2007, l’amministrazione comunale perugina si era impegnata, con la sua maggioranza e con i sindacati, a ridurre l’ICI ed a fare una seria lotta all’evasione fiscale, Della Vecchia coglie l’occasione per presentarle il conto ripropondo l’immediato abbassamento dell’Ici e torna anche ad ipotizzare l’innalzamento a 12 mila euro della soglia di esenzione. A tutto questo aggiunge poi, per buon peso, la considerazione che, se è vero che è ormai finita la fase dell’emergenza “buco di bilancio”, come sostiene sempre l’amministrazione comunale, allora si può e si deve pensare seriamente anche ad abbassare l’addizionale di almeno un punto e, “soprattutto fare una seria lotta all’evasione fiscale, cominciando dagli alloggi in nero e colpendo la rendita fondiaria”. Ed è anche ora per Della Vecchia di riconvocare le parti sociali, per avviare serie politiche per il controllo e la riduzione dei prezzi al consumo, “perché – insiste - in una situazione nella quale non passa giorno che la grande stampa nazionale non metta in risalto come le retribuzioni (e, naturalmente, anche le pensioni) italiane abbiano perso peso rispetto a quelle degli altri paesi europei, essendo state falcidiate dalla crescita costante del costo della vita, tanto che da parte del governo nazionale si riflette sulla necessità d’interventi che facciano recuperare loro il terreno perduto, non è accettabile che il Comune perugino (il solo in Umbria ad aver deciso un rincaro così elevato) vada esattamente nella direzione opposta”. Condividi