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Un'altra trentina di posti di lavoro a rischio in Umbria. Il gruppo Mignini infatti, uno dei maggiori in Italia nel settore dei mangimi di qualità, ha annunciato la chiusura di tre dei suoi sei stabilimenti nel corso di un confronto con i sindacati avuto oggi presso la Confindustria di Perugia. Le organizzazioni sindacali hanno subito dichiarato lo stato di agitazione e indetto uno sciopero di tutto il gruppo il 17 ottobre. La Cgil ha reso noto che il provvedimento riguarda le strutture di Bastia Umbra, Padova e Bari. Una decisione che in termini occupazionali - ha riferito ancora il sindacato - significherebbe la perdita del posto per 68 lavoratori (sui circa 160 del gruppo), di cui circa la metà in Umbria. “Il fatto in assoluto più grave - afferma Roberto Montagner, segretario nazionale Flai-Cgil e coordinatore del gruppo Mignini - è che l'azienda oggi si è presentata senza l'ombra di un piano industriale, che al contrario noi chiediamo da tempo. Per questo, la nostra preoccupazione non riguarda solo chi rischia direttamente il posto di lavoro, ma anche e soprattutto coloro che rimangono, perché senza piano industriale l'azienda non ha prospettive”. Il sindacato ha quindi deciso di aprire lo stato di agitazione e di non riavviare la trattativa “finché l'azienda non si presenterà con un progetto serio e garantendo a 360 gradi tutti i lavoratori e quindi un impatto sociale pari a zero”. Nei prossimi giorni il sindacato terrà assemblee in tutti i siti produttivi del gruppo per preparare al meglio lo sciopero del 17. “Una decisione – dice ad Umbrialeft il segretario regionale Flai-Cgil Vincenzo Sgalla - che ci sconcerta. Un'anno fa l'azienda ci prospettò questo tipo di decisione. Ma l'iter sarebbe dovuto essere molto più soft. Accorpare i due stabilimenti di Petrignano e Bastia Umbra poteva essere nella logica delle cose, ovviamennte salvaguardando il livello occupazionale. In sostanza l'azienda è arrivata e ha detto: questa è la situazione, questo il piano industriale. Su questa base per noi la trattativa non esiste. Questa proposta è irricevibile”. Condividi