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di Nicola Bossi Leggendo il referto dei tecnici dell'Usl che accorsero subito durante la tragedia di via dei Filosofi ed esaminando le trascrizioni della Commissione di inchiesta del Senato sulle morti bianche, qualche difformità che danno un senso alle parole di richiesta di giustizia di Rita Curcio, a sentenza chiusa, ci sono. Il rappresentante della Procura della Repubblica di Perugia al Presidente della Commissione Tofani (Alleanza Nazionale) ha spiegato che la sentenza è stata blanda perchè l'imprendotore era incensurato e perchè le motivazioni che hanno indotto all'incidente hanno un grado di responsabilità modesto. In sintesi si punta molto sulla sola mancanza del libretto delle istruzioni della piattaforma mobile a disposizione degli operai. E sul fatto che ha poco istruito le maestranze sull'utilizzo stesso del mezzo. Poi tutto il resto è stato determinato dal destino. Ma non è cosi per gli esperti dell'Usl che hanno trovato una serie di elementi contrastanti e di mancanze in fatto di sicurezza. Difformità degli ancoraggi, difformità dei materiali che fanno salire la piattaforma attaccata al muro, difformità di viti e tasselli, difformità di installazione della piattaforma, difformità rispetto al manuale d'uso, mancata sicurezza nel cantiere: non era stata installata alcuna protezione per terzi contro la caduta dei massi e la delimitazione del cantiere non era a norma di intrusione. Gli operai non avevano nessuna indumento di sicurezza. Molti aspetti che non possono essere riferiti solo ad una mancata istruzione alle maestanze. Ecco perchè la Commissione del Senato ci vuole vedere chiaro. Ulteriormente. Condividi