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PERUGIA, 9 OTT - Chiedono che siano stabilite ''scientificamente e con assoluta certezza'' le cause della morte di Francesco Narducci i familiari del medico perugino scomparso nell'ottobre del 1985 al lago Trasimeno. Per questo, domani davanti al gup di Perugia, si opporranno alla richiesta di archiviazione del fascicolo per omicidio, a carico di quattro indagati, chiesta dalla procura del capoluogo umbro. Ugo e Pierluca Narducci, padre e fratello di Francesco Narducci, formuleranno la richiesta attraverso i loro legali, gli avvocati Pietro Pomanti, Francesco Falcinelli e Vincenzo Di Santo, che li rappresentano come persone offese dal reato. Secondo i familiari del medico se i periti dovessero escludere una morte violenta,''verrebbe meno l'intero impianto accusatorio ipotizzato dalla procura di Perugia, fondato sull'omicidio e sul doppio cadavere''. Il pm Giuliano Mignini ha infatti ipotizzato che Narducci sia stato ucciso nell'ambito di vicende in qualche modo legate al mostro di Firenze. Circostanza sempre esclusa dalla famiglia che ha invece parlato di un incidente o un suicidio. Gli avvocati Pomanti, Falcinelli e Di Santo hanno spiegato oggi in una nota che secondo il pubblico ministero la sostituzione del cadavere sarebbe avvenuta, ma il reato sarebbe prescritto in considerazione del lungo trascorso temporale. I legali della famiglia Narducci, invece, ritengono che gli elementi raccolti dalla procura non sarebbero sufficienti per supportare una tale conclusione. Chiederanno quindi al gup un confronto tra consulenti, una perizia per stabilire definitivamente e con certezza le cause del decesso di Narducci e la compatibilita' del cadavere ritrovato nel lago il corpo del medico. I familiari di Narducci ''sono certi che gli esiti peritali non potrebbe che essere loro favorevoli''. In particolare Pierluca Narducci ha dichiarato di essere ''totalmente fiducioso nell'operato della magistratura, augurandosi che tali perizie siano finalmente svolte''. ''Dopo anni di indagini e di processo mediatico - ha sostenuto l'avvocato Pomanti -, confidiamo che si faccia finalmente chiarezza su tale complessa vicenda, nella naturale sede giudiziaria. Il lavoro del pm Mignini non e' stato certo semplice poiche' la vicenda e' certamente complessa. Tuttavia siamo convinti che le perizie possano fare definitivamente chiarezza sui fatti e sulle cause del decesso di Francesco Narducci''. ''Confidiamo in un vaglio rigoroso da parte del giudice - ha dichiarato l'avvocato Fancinelli - circa la necessita' di un accertamento scientifico sulle cause della morte di Francesco Narducci, per fare definitivamente chiarezza sulla vicenda''. ''Certamente - ha sottolineato l'avvocato Di Santo - i nostri assistiti attendevano da tempo la fine delle indagini e la celebrazione del processo, convinti che solo attraverso un pieno accertamento giudiziario tale vicenda si sarebbe chiarita''. Sino alla conclusione delle indagini preliminari la famiglia Narducci ha evitato di rilasciare interviste, su consiglio dei propri legali. Secondo questi ultimi, infatti, non era opportuno rilasciare interviste o dichiarazioni nel corso delle indagini preliminari''. ''Ora la famiglia Narducci - si legge ancora nella nota dei legali - vuole un pieno accertamento giudiziario. Solo un esito favorevole, nella assoluta convinzione che sara' tale, potrebbe riportare serenita' a tutta la famiglia che per troppi anni ha dovuto convivere con un cosi' grave lutto familiare, il cui dolore non si e' mai assopito in quanto ravvivato quotidianamente dalle notizie dei giornali. Non bisogna inoltre dimenticare che sulla vicenda Narducci sono stati scritti addirittura numerosi libri, ancora prima dell'accertamento giudiziale della dinamica dei fatti''. Condividi