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Occupare l’Università? Perché no! A fronte delle numerose mobilitazioni che il sindacato studentesco sta portando avanti in tutta Italia ci si comincia a muovere anche a Perugia. L’associazione Sinistra Universitaria - UDU ha attivato i suoi referenti in ogni facoltà e cominciato a sentire le opinioni degli studenti in merito alle iniziative di protesta da sostenere contro l’azione di governo in materia di Università e Ricerca, in particolare per quello che riguarda la didattica e il diritto allo studio. La situazione è in continua evoluzione, di certo gli stimoli che provengono dagli altri atenei Italiani e le occupazioni delle sedi universitarie fanno prevedere un autunno caldo. Per il momento l’organizzazione sindacale degli studenti ha preparato una mozione (vedi altro allegato) che verrà presentata in Consiglio di Amministrazione, in Senato Accademico, nel Consiglio degli Studenti ed in tutti gli organi collegiali dell’Ateneo del capoluogo umbro. Nel documento si chiede a tutte le componenti del mondo accademico di fare fronte comune contro gli attacchi all’Università pubblica e di prepararsi a prendere una posizione ferma contro l’azione del ministero. Al di là di sigle, partiti ed organizzazioni, gli studenti, i docenti, i ricercatori e tutto il personale universitario dovranno avere il coraggio di dire un secco no e di manifestare con tutti i mezzi a disposizione per esprimere la propria contrarietà alla Legge 113. “Non escludiamo nessun tipo di protesta, tanto meno l’occupazione dell’Ateneo - spiega Tommaso Bori, coordinatore della Sinistra Universitaria UDU - Mentre si distrae l’opinione pubblica con illusioni ottiche, quali il voto in condotta o il grembiule obbligatorio, nell’ombra si tagliano di 1,5 miliardi di euro i fondi alle Università Pubbliche, costringendo gli atenei o a dichiarare fallimento o a diventare università private. Tutto questo è inaccettabile – continua il coordinatore Bori – ma la cosa più assurda è che non se ne sente parlare da nessuna parte, né a livello locale, né a livello nazionale. Questi nuovi provvedimenti cancelleranno l’Università come la conosciamo, soprattutto qui a Perugia e manderanno in crisi il sistema di istruzione e formazione umbro che, seppur tra mille difetti, è tra i pochi in Italia a garantire la copertura del 100% delle borse di studio, dei collegi e delle mense, oltre che ad avere una didattica e una ricerca di alta qualità mantenendo le tasse agli studenti relativamente basse rispetto agli standard e alla media nazionale”. Tasse che secondo il coordinatore dell'Udu saranno ora destinate ad aumentare vertiginosamente per compensare i giganteschi tagli previsti dal Governo e visto che l’alternativa sarebbe dichiarare il fallimento dell’ateneo. “Ne deriva – sostiene ancora Bori - che ci sarà un abbandono enorme degli studi per l’ateneo di Perugia, una calo vertiginoso delle nuove immatricolazioni e una crisi economica che si rifletterà sulla città e sulla regione, da sempre sostentata dai consumi degli studenti pendolari e fuorisede. Per non parlare della desertificazione della vita cittadina e dell’inaridimento dei fermenti culturali di tutta Perugia”. “Tutto quello che è stato spiegato – conclude il coordinatore Bori – dovrebbe occupare da mesi le prime pagine di tutti i giornali e le copertine dei Tg. Invece niente, non se n’è mai sentito parlare. Per questo la Sinistra Universitaria Udu sente la necessità di attirare l’attenzione su questi problemi, con tutti i mezzi e gli strumenti a nostra disposizione, che siano assemblee pubbliche, manifestazioni di piazza e, perché no, l’occupazione dell’Ateneo e delle strutture universitarie. Siamo pronti a tutto per risvegliare la coscienza della cittadinanza e l’opinione pubblica, siamo pronti a tutto purché se ne parli!” Condividi