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Il Tar gli ha dato ragione. L'opinione pubblica si è in maniera compatta schierata con loro. Eppure l'amministrazione comunale, con in testa il Pd ed anche purtroppo Rifondazione, si ostina a non chiudere la partita, dopo gli errori sottolineati dal Tar. Stiamo parlando del caso Rio Fergia: ovvero il tentativo de La Rocchetta, supportato dalla Regione e dal Comune di Gualdo Tadino, di prendere un nuovo pozzo - direttamente collegato al fiume rio fergia - da poi imbottigliare attraverso il marchio Idrea. Il Tar ha dato ragione ai cittadini del Comitato Rio Fergia - esemplare comunità che è disposta a tutto per salvare il proprio territorio - chiudendo i rubinetti sul pozzo Corcia. Troppo impattante l'ennesimo prelievo su un territorio al collasso in fatto di acqua. Troppi errori formali nelle richieste e nelle licenze. In una situazione così complessa - che quasi ha fatto saltare l'amministrazione Lorenzetti in Regione - ma ben definita una interpellanza in consiglio comunale a Gualdo chiedeva la definitiva chiusura del pozzo Corcia. Due i motivi su tutti: perchè la trivellazione del giacimento d'acqua potrebbe creare notevoli problemi al bacino sottostante e perchè il pozzo, non essendo incamiciato, potrebbe essere facilmente inquinato. Infine c'è un'altra ragione: lo smatellamento del sito per il prelievo avrebbe scritto la parola fine sulla vicenda. Ma la maggioranza di centrosinistra, adducendo scuse burocratiche, ha preso tempo ed ha bocciato la richiesta. Questo accadeva a Gualdo Tadino. Mentre a Nocerca Umbra - sempre centrosinistra - si votata un provvedimento che avrebbe impegnato la Giunta a chiudere la partita del fiume che divide le due città. Purtroppo al di la dei presunti tempi burocratici, il sospetto è quello che sia Comune che Regione siano intenzionati a presentare dei ricorsi per portare avanti la richiesta della Rocchetta. Condividi