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La vicenda Burri, prima con la contesissima eredità, poi con la Fondazione, continua a tenere banco a Città di Castello. L’ultima polemica l’ha innestata il capogruppo di Rifondazione al comune Mauro Alcherigi, denunciando una gestione a dir poco opinabile della Fondazione e del patrimonio artistico lasciato dal maestro. I primi dubbi sono sorti dal fatto che gli atti della transazione tra le parti in causa sull’eredità Burri, effettuata nel 2007, dopo la scomparsa della vedova, sono state secretate, quando non vi era nessun motivo per farlo. Il fatto che poi gli esecutori testamentari, i curatori legali e coloro che gestiscono la fondazione siano contemporaneamente membri del CdA , rende la gestione della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri un “business” esclusivo. Inoltre Alcherigi, che sottolinea la compartecipazione del Comune di Città di Castello al 25% alla fondazione, denuncia la presenza di almeno 700 opere inedite e inutilizzate di Burri giacenti nei magazzini della Fondazione stessa. Indubbiamente sarebbe una ghiotta occasione per poter dare nuova linfa agli eventi culturali e turistici di Città di Castello e dell’Umbria intera e sinceramente non si capisce perchè si debba lasciare inutilizzato un simile patrimonio, vista anche la componente pubblica della Fondazione. In questi tempi di crisi economiche, il turismo culturale è una delle fonti di maggior introito per la nostra terra, lo dimostra il successo della mostra sul Pinturicchio, e non sfruttare una possibilità come questa è semplicemente follia. L’ipotesi di creare nuovi punti espositivi con le opere di Burri, oltre che valorizzare enormemente il territorio, creerebbe anche nuovi posti di lavoro, possibilità da non trascurare; per non parlare del prestigio che ne ricaverebbe l’Umbria a livello internazionale con l’organizzazione di mostre itineranti nelle varie capitali. Rifondazione si è dimostrata sensibile alla questione, pungolando le altre componenti della maggioranza su un tema, quello della cultura come risorsa comune, anche economica, che andrebbe gestita lontano dagli interessi puramente di bilancio di una ristretta congrega. Condividi