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La dura lotta dei lavoratori, dopo settimane di ignobili ricatti da parte del governo, ha imposto alcune modifiche contrattuali, il piano industriale però non è stato per nulla modificato e l’accordo resta un pessimo accordo che non risolve i problemi di fondo della vicenda. In ogni caso riteniamo che debbano essere i lavoratori ad esprimersi nel merito attraverso un referendum e che l’esito di questo debba essere vincolante. La responsabilità di questo esito negativo ricade in primo luogo sul governo che in queste settimane non ha preso in considerazione le varie proposte in campo ma ha continuato a ricattare i lavoratori sulla sola proposta CAI. In secondo luogo, sulla svendita da parte di CISL, UIL, e UGL e, da ultimo l’insistenza di Veltroni perché comunque si realizzasse l’accordo con CAI. Del resto in quella cordata ci sono tanti referenti del PD stesso con i quali, da Telecom alle privatizzazioni di autostrade, aeroporti, stazioni ferroviarie, lo stesso PD ha avuto e ha più di una superficie di contatto. Si tratta quindi di una pessima soluzione di cui il governo porta la responsabilità maggiore. Non cambia il piano industriale per cui dalla somma di Alitalia e aA irone avremo una compagnia inferiore all’Alitalia stessa. Il salvataggio di Airone, società nata legando le mani alla compagnia di bandiera, era del resto un obiettivo non secondario visto che verso la medesima, a proposito di conflitti di interesse, sembra che Banca Intesa vanti enormi crediti. Da qui anche le esagerate valutazioni del valore della compagnia privata. Rimangono sul terreno i miliardi a carico del contribuente, migliaia di esuberi in particolare a Roma e Napoli, l’impatto sull’indotto delle due compagnie: già si è cominciato a licenziare. L’Italia, a differenza di Francia, Germania, Olanda ed altri paesi europei, non ha più una presenza pubblica nel trasporto aereo: le conseguenze le pagheremo nel tempo e per di più il governo, sotto ricatto della Lega, ha con ogni evidenza penalizzato Napoli e Fiumicino. Rifondazione Comunista dell’Umbria è a fianco dei lavoratori Alitalia e di Airone e dei sindacati che si sono spesi per la difesa del loro diritto ad un lavoro e ad un salario civile. Per questo sosteniamo le scelte del Partito a livello nazionale che opererà per creare una rete di sostegno per i lavoratori e i precari che saranno esclusi da Cai coinvolgendo gli Enti locali oltre a valutare la possibilità di adire a denunce legali qualora l’accordo contenesse decisioni che andassero in collisione con la trasparenza e l’interesse pubblico. Condividi