ferrero1.jpg
Liberazione è in crisi ed è ormai inevitabile una ristrutturazione, ma Rifondazione intende rilanciarlo. Lo ha detto Paolo Ferrero, segretario del Prc, incontrando oggi i dipendenti del quotidiano del suo partito in stato di agitazione. "Le previsioni aziendali - spiega Ferrero - stimano il deficit tra i quattro milioni e i quattro milioni e mezzo di euro. La situazione è frutto di più elementi: un calo delle vendite di circa il 30% negli ultimi quattro anni (le cifre che circolano parlano di seimila copie in media, ma il direttore del giornale Piero Sansonetti le ha smentite, ndr), e un aumento del disavanzo che dai 700mila euro del 2003 sarebbe oggi di 2 milioni e 400mila, anche senza le decisioni del governo sui fondi per l'editoria". Sansonetti punta il dito proprio sui provvedimenti del governo, e spiega che senza una revisione della bozza di regolamento sull'editoria, che elimini la retroattività delle nuove norme, e senza una modifica del decreto Tremonti, ormai convertito in legge, "verrebbe colpita seriamente la libertà di stampa, con una operazione che consente allo Stato un risparmio irrilevante ma che è mediaticamente redditizia". "Faremo tutto il possibile per il rilancio di Liberazione - precisa dal canto suo Ferrero - ma sicuramente servirà un piano di ristrutturazione molto pesante. E chi ha gestito questa situazione non è compatibile con il rilancio". Parole che tutti a Liberazione interpretano come un preavviso di licenziamento per gli amministratori del giornale ma anche per Sansonetti, legato all'area bertinottiana che ha perso il congresso e accusato dai ferreriani di gestire il quotidiano come strumento "di parte". D'altro canto, secondo qualcuno dei bertinottiani, sarebbe questa la vera ragione dell'aggravarsi della crisi: il partito vuole la testa del direttore e utilizzerebbe lo stato drammatico dei conti per ottenerla. La redazione sospetta le due fazioni in lotta dentro Rifondazione (i bertinottiani sconfitti al congresso e la nuova maggioranza Ferrero-Grassi) di usare il giornale per fini strumentali: "C'è stato finora un gioco a rimpallarsi le responsabilità - accusa Anubi D'Avossa del Comitato di redazione - fra la proprietà-partito, espressione della nuova maggioranza, e la società editrice, che fa capo alla minoranza". Minoranza oggi guidata da Nichi Vendola, che però a una domanda specifica sulle accuse della redazione replica: "Non rispondo a domande politiche" e si limita a sottolineare la sua solidarietà con la redazione e la necessità di difendere "la meravigliosa pratica dell'autonomia giornalistica". Dopo le comunicazioni di Ferrero ai dipendenti di Liberazione, prende la parola il Cdr nell'assemblea improvvisata: "Apprezziamo la trasparenza - dice D'Avossa - nelle comunicazioni fra lavoratori e proprietà. Apprezziamo anche i gesti di solidarietà ma non ci faremo prendere in ostaggio nello scontro politico interno". Erano presenti per solidarietà, al presidio di Liberazione, molti ex parlamentari del Prc: oltre a Nichi Vendola l'ex segretario Franco Giordano, l'ex capogruppo Gennaro Migliore, Graziella Mascia, l'eurodeputato Roberto Musacchio, oltre a Franco Siddi e Roberto Natale, segretario e presidente della Fnsi, che nel pomeriggio hanno incontrato Ferrero per un primo confronto informale sulla crisi. Condividi