“Che fine ha fatto il tavolo regionale di
maggioranza relativo all’imminente nuovo piano dei rifiuti?. A distanza di due mesi dall’ultimo incontro ci sembra opportuno saperlo”. Così il capogruppo di Rifondazione comunista Stefano Vinti per il quale “sarebbe stato auspicabile che questo lasso di tempo fosse stato utilizzato per
fornire ai vari gruppi politici il materiale informativo aggiornato e certificato sulle quantità di rifiuti, sui flussi, sull’assimilazione, sulle modalità di recupero e di differenziazione e tutto ciò che è necessario per avere un quadro completo sul quale poter elaborare una
proposta o perlomeno stimolare un dibattito utile alla soluzione di quello che potrebbe diventare un problema da dover gestire in emergenza”. Vinti, oltre a lamentare tutto ciò, sottolinea come “nel frattempo si è
organizzata una bella ‘visita di formazione’ a quelle ‘meraviglie’ che sono gli inceneritori di Monaco e di Vienna, strutture all’avanguardia che
risalgono ad appena qualche lustro fa e che, evidentemente, per alcuni sarebbero adattissime a realtà come quella umbra che vive ancora nella
preistoria. La visione di tali stupefacenti realizzazioni della tecnica moderna – polemizza il capogruppo del Prc - è stata così abbagliante che
persone che vivevano nell’oblio e nella speranza di un ambiente vivibile e di scelte basate sul concetto di sostenibilità sono tornate folgorate dal ‘tour de force ecologico’ con la convinzione che, in fondo, incenerire non è così male e che si può continuare a perdere tempo per visionare altri mirabolanti impianti invece di accelerare i tempi e vagliare scelte e
proposte che potrebbero migliorare lo standard di vita dei cittadini umbri”.
“Quando si parla di standard di vita – spiega Vinti - si fa riferimento ai parametri che definiscono il concetto di sostenibilità. Per cui sarebbe quanto mai opportuno riaprire la discussione nella maggioranza, affrontare
le varie problematiche con tavoli tecnici e preparare un piano capace di affrontare e risolvere le inadempienze del vecchio piano relative alla raccolta differenziata, venendo incontro alle reali necessità della
popolazione”.
“Una volta tanto – aggiunge - sarebbe opportuno prevenire
piuttosto che curare. In particolare, se curare significa accendere fuochi mentre in altre parti vengono spenti, come è successo a Terni, dove uno degli inceneritori ha cessato la sua attività. Episodio, questo, - osserva Vinti - che si potrebbe analizzare con malizia, perché, in assenza di un progetto politico serio di gestione dei rifiuti, la chiusura di un tale
impianto rischia di tradursi in un’emergenza. Una coincidenza è naturale, – conclude – ma più di una diventano indizi convergenti che
costituiscono una prova”.
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