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Nel 1907, cento anni fa, la Perugina - che allora si chiamava “Società italiana per la fabbricazione dei confetti” – era una piccola bottega del centro storico, in via Alessi. Oggi, a un secolo di distanza, fa parte di uno tra i più importanti gruppi multinazionale alimentari del mondo e può disporre di competenze, tecnologie e saperi tra i più avanzati. Confindustria Perugia con l’incontro “Cento anni Perugina: impresa, territorio e cultura”, nell’ambito della settimana nazionale della cultura d’impresa, ha voluto festeggiare il secolo di attività e ripercorrere la storia di un’impresa che ha reso Perugia il simbolo della dolcezza Made in Italy. All’incontro hanno partecipato il Sindaco di Perugia Renato Locchi, il Presidente Confindustria Perugia Antonio Campanile, il Direttore delle Relazioni Industriali di Nestlè Italia Gianluigi Toia e la Responsabile Museo Storico Perugina Maria Cristina Mencaroni. Erano presenti inoltre i rappresentanti della famiglia Buitoni tra cui Bruno, che nel suo intervento ha ricordato gli ultimi anni alla guida della Perugina, e i familiari di Paolo, scomparso alcuni mesi fa. “La Perugina – ha ricordato il presidente di Confindustria Perugia Antonio Campanile - è stata per molti decenni la più grande ed importante azienda della provincia ed ha avuto il ruolo di protagonista indiscusso nel mercato internazionale. Oltre ad aver avuto un ruolo determinante nella nascita dell’Associazione degli industriali. Bruno Buitoni infatti fu tra i rifondatori dell’Associazione nel 1944. Lo sviluppo dell’azienda, dovuto anche ad intuizioni geniali e davvero anticipatrici dei tempi, ha trainato una diffusa crescita industriale nella provincia, generando un vasto indotto e numerosissime occasioni di imprenditorialità. Si pensi al comparto della grafica e della cartotecnica, ed all’arcipelago di fornitori per la logistica, per gli impianti e per i servizi le cui sorti sono dipese dal collegamento con questa grande realtà industriale”. Sin dalla sua nascita – voluta da Francesco Buitoni, Annibale Spagnoli, Leone Ascoli e Francesco Andreani - Perugina ha inventato prodotti destinati a divenire veri e propri cult: dal mitico Bacio nato nel 1922 (300 milioni i Baci ancora oggi venduti ogni anno), alla Rossana del 1926, la caramella dedicata alla dama seicentesca amata da Cyrano de Bergerac. E poi il cioccolato fondente Luisa, i pasticcini Ore Liete, le Banane e, fra gli ultimi nati, il già famosissimo Nero. “La Perugina – ha sottolineato il sindaco Renato Locchi – ha rappresentato un fattore di sviluppo formidabile per l’economia e per la cultura d’impresa della città, una fabbrica in cui hanno lavorato molte generazioni di perugini e molte donne in un’epoca in cui la manodopera femminile era cosa assai rara. Durante questi cento anni c’è stato un avvicendamento con l’ingresso della Nestlè. La presenza di una multinazionale però non ha costituito una cesura nella storia della città. I rapporti sono rimasti stabili anche grazie al fatto che l’azienda ha saputo mantenere tutti gli impegni presi a cominciare dal potenziamento dell’attività produttiva fino alla riapertura dell’asilo che sarà inaugurato a breve”. Il Centenario è un’occasione per celebrare questa storia di successi che durante un secolo ha dato vita a vere e proprie icone nella storia del costume italiano e ha impresso un impulso determinante allo sviluppo del tessuto industriale della provincia di Perugia. Perugina, infatti, da sempre è stata particolarmente attenta alla diffusione della cultura d’impresa, rappresentando una fonte di arricchimento per tutto il territorio. Il Museo Storico Perugina, riconosciuto fra i primissimi musei d’impresa italiani, è solo l’ultima testimonianza di questa incessante attività. “Perugina è diventata in cento anni il simbolo di un territorio – ha spiegato Gianluigi Toia, direttore delle Relazioni Industriali di Nestlè Italia - Questo connubio tra territorio e azienda è un valore che dobbiamo conservare e coltivare. Abbiamo cercato, soprattutto in questi ultimi dieci anni, di creare alcune iniziative che riteniamo molto importanti come il Museo storico della Perugina e la Scuola del Cioccolato. Nell’immaginario collettivo Perugina e Perugia rappresentano un binomio inscindibile che avvantaggia l’azienda e la città”. Ogni anno il Museo storico, nato grazie al ricchissimo archivio storico della famiglia Buitoni, accoglie oltre 60 mila visitatori mentre la Scuola del cioccolato è sempre più apprezzata dai professionisti pasticceri e dagli appassionati del cacao. “A sostegno della propria missione di impresa - ha sottolineato Maria Cristina Mencaroni, responsabile del Museo - Perugina ha intrapreso una strategia di rafforzamento dell’immagine di marca attraverso l’affermazione del posizionamento del Museo storico della Perugina e della Scuola del Cioccolato. Il Museo rappresenta il compendio dell’attività passata, ma, soprattutto, la sintesi del presente e uno squarcio sul futuro. Tutto questo richiede uno sviluppo del Museo, che passa da Custode a Produttore di cultura”. La Perugina, oltre ad essere stata il fulcro di una filiera produttiva che si è progressivamente allargata, è stata anche la prima e vera scuola manageriale umbra formando decine di dirigenti e quadri che poi hanno applicato le loro competenze anche in altre realtà aziendali che in tal modo hanno beneficiato indirettamente della presenza sul territorio di una grande azienda operante a livello internazionale. “Occorre riconoscere – ha concluso Campanile - che l’immagine creativa e laboriosa di Perugia e dell’Umbria continuano ad essere legate al patrimonio che i Buitoni hanno saputo realizzare e che trova nella Nesltè un ideale prosecutore in virtù della primaria competenza manageriale di cui dispone la multinazionale svizzera. Ne è prova la capacità già mostrata di saper sviluppare i prodotti ed i marchi della cui qualità siamo tutti giustamente fieri”. Durante il convegno sono stati proiettati filmati tratti dall’archivio storico Perugina ed il backstage del film “Lezioni di cioccolato”, di recente uscito nelle sale cinematografiche. Condividi