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di Nicola Bossi Addio al puttan-tour. Quello che si faceva insieme a quattro amici in un auto sgangherata che ti avevano concesso i genitori per muovere i primi passi sulle strade di Perugia. Quel giro fatto di risate, per nulla erotico e bavoso, lungo le vie del sesso a pagamento dove macchine con conducenti invisibili ti sorpassavano affamate. Quello che si faceva, dopo una serata così così, noiosa oltremodo, alle ore più buie ma che si riempivano di sole grazie alle risate. Addio al puttan-tour: quello in cui puntualmente riuscivi, con una scusa ingegnosa, a far scendere un amico e lo lasciavi con le signorine per qualche minuto. E poi te lo riprendevi in auto e ti ripagava la cortesia con una scarica di mazzate. E alla fine tutti a ridere. Quello che mai e poi mai, alle ragazze, dicevi una parola fuori posto: ci parlavi di tutto e di più mentre uno sguardo un po' malizioso si fissava sulle tette. Quello in cui le ragazze, a forse di girate, si ricordavano il tuo nome. Addio al puttan-tour. Addio a quel rito maschile che non piaceva per nulla alle ragazze e alle femministe. Ma che in fin dei conti ti faceva esorcizzare quel marcio che scorreva dietro a quel fenomeno della prostituzione. Quelle girate di altri tempi, un po' Amici Miei e un po' vecchia goliardia, dove capitava di sovente di stringersi in auto per accompagnare a casa una ragazza di colore infreddolita. C'era un senso di appartenenza alla comunità maschile, a quel tuo gruppo di amici che non poteva rivelare a nessuno i particolari di quel rito innocente. Addio al puttan-tour: quello che ti salvava una serata e come carosello ti accompagnava prima di andare a dormire. All'indomani si ritornava a studiare per un esame con in bocca ancora quell'allegria da cazzate della sera prima. Addio al puttan-tour ucciso dalle super-multe, dal super-traffico di esseri umani, dalle escort da 500 euro a sera in appartamento, dalla voglia di restare ben chiusi ognuno nel proprio uscio, dall'invasione costante di disperati e disperate. Addio al nostro essere studenti che senza quattrini ci si divertiva un po' a guardare e molto a sognare. Condividi