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ROMA - Ci siamo, il disegno, da noi non condiviso, di dare vita ad una Costituente della Sinistra che metta insieme tutte le attuali minoranze si è avviato con un seminario a Roma. Indetto da Sd, ha raccolta l’adesione di una cinquantina di personalità, con il proposito di avviare il dialogo fra la stessa minoranza ex Pds con tutta una serie di altre “minoranze", a partire dalla corrente vendoliana del Prc fino a quelle ancora più estrema del Pdci e dei Verdi, più qualche esponente della cosiddetta “Sinistra diffusa”: intellettuali, artisti, femministe, sindacalisti, senza una precisa collocazione politica. Come è andata? Lasciamocelo dire da Claudio Fava, coordinatore di Sd, che ha tratto le conclusioni di questo primo confronto e che di fronte alle telecamere si è così espresso: “E’ il primo passo, ma fondamentale: senza di questo non si possono fare i passi successivi”. Il che vuol dire tutto e niente allo stesso tempo. Il fatto è che le posizioni non sono proprio coincidenti e molte sono le spinte centrifughe che più che verso l’unità pare spingano verso poli diversi, ed anche se l’obiettivo del seminario non era organizzativo, nel senso che nessuno si attendeva che da esso scaturisse un nuovo partito già bello e strutturato, poco si è ottenuto anche dal punto di vista della condivisione di un comune disegno politico. Giudicate voi. Tronti ha segnalato “l’obbligo di muoversi con urgenza e la necessità di riflettere a fondo su quello che è successo e sta succedendo”. Come si vede un’ovvietà da tutti condivisa, ma resta da capire cosà dovrà essere il nuovo soggetto verso il quale questi compagni si vogliono incamminare, a quali esigenze dovrà rispondere e quali i suoi caratteri fondanti. Qualcosa di più al riguardo quando ha affermato: “La domanda fondamentale non è chi sarà protagonista di questo percorso né come si svilupperà. E’ il perché. E’ il chiedersi quale deve essere oggi il ruolo di una Sinistra, il domandarsi se risponde ad un reale bisogno diffuso, e quale”. Ma poi non si è risposto. Molti, dunque i nodi da sciogliere ed è proprio sul come scioglierli che le idee non sono proprio coincidenti. Lo stesso Fava ne aveva accennato nella sua scarna relazione introduttiva, parlando della costruzione di un nuovo centro sinistra, diversissimo da quello dell’Unione, come obiettivo naturale del nuovo soggetto costituendo. Ma il parere di Franco Giordano è stato diverso, avendo sostenuto che “Non si può connotare la Sinistra cui pensiamo come di ‘governo’. Si può e si deve invece affermare che è una Sinistra che rifiuta il minotarismo e rivendica una vocazione di massa, maggioritaria". Per il segretario Fiom Gianni Rinaldini, invece, “Sinistra di governo vuol dire solo una sinistra che fa quello che dice, e mantiene dal governo le promesse fatte dall’opposizione, come non è mai capitato sinora”. Sfumature diverse anche riguardo alla forma che dovrà assumere questa nuova Sinistra. Per Fava, Mussi ed anche Tronti dovrà sicuramente configurarsi come soggetto politico a tutti gli effetti, ovvero come un partito. Per altri (vedi Tortorella e Cini), dovrà invece inventare forme e modelli nuovi, inediti, a rete, distanti dalla forma politica tradizionale. Unico accordo, fondamentale però, per rendere possibile una partenza comune, lo si è raggiunto sulla necessità di trovare i modi e i mezzi per coinvolgere a tutti gli effetti l'intero popolo della sinistra, nessuno escluso, nel disegno della costruzione del nuovo soggetto. Altro imperativo da tutti evidenziato, e in particolare da Nichi Vendola, è quello di muoversi sul terreno, vastissimo, che si stende fra le involuzioni più moderate e centriste, e sempre meno riformiste, del Pd e quella che ha definito la fuga di troppe aree della Sinistra verso una deriva che a suo parere sarebbe al tempo stesso identitaria e minoritaria. Quella che Vendola ha chiamato “la Sinistra col Torcicollo” e che per Marcello Cini si tratterebbe addirittura di “un relitto”. Una nuova Sinistra, osserviamo noi, senza più identità storica e completa rottura con la tradizione, una visione post moderna direbbero altri, proprio come chi, nel Pd, ha proposto di collocare in un ripostiglio perfino Antonio Gramsci e le sue opere perché ormai i tempi sono cambiati ed i riferimenti debbono essere altri. Si potrebbe osservare che le distanza con chi propone di riscrivere perfino la storia non sono poi troppe. Alla fine nessun documento, nessuna dichiarazione altisonante. Nessuno se l’è sentita di gridare che è nata la Costituente della nuova Sinistra che se per davvero ha mosso i primi passi lo si vedrà assai presto, già il 27 settembre prossimo, nella manifestazione che Rifondazione per la Sinistra ha convocato a Roma. Condividi