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SPOLETO - Anche il quarto dei cinque ragazzi (Andrea), arrestati il 23 ottobre, a Spoleto, con l'operazione Brushwood, è uscito dagli arresti domiciliari e ha ottenuto la semilibertà, con l'obbligo di rientro nelle ore notturne. E' un passo avanti nella lunga battaglia processuale che è stata accompagnata in questi 11 mesi da una costante mobilitazione che anche grazie al Comitato 23 ottobre, “ha restituito alla popolazione – come sta scritto in un suo comunicato - la verità dei fatti su una operazione militare, repressiva, costruita su un teorema, l'associazione sovversiva (babyterroristi hanno scritto alcuni giornali particolarmente efffervescenti nell'esaltare l'operazione dei ROS ) assolutamente infondato, che non ha nulla a che vedere con i piccoli fatti specifici riconosciuti, qualche scritta sui muri e un atto di vandalismo, ma che ha molto a che vedere con la lotta, tutta politica, contro una teoria, l'Anarchia”. “I ragazzi di Spoleto – prosegue la nota - sono stati accusati di reati che non prevedono certo una detenzione come quella subita in particolare da 4 di essi; si è dovuta costruire l'ipotesi ‘terrorista’ per arrivare a tanti mesi di arresti preventivi, senza processo e senza condanna; anche chi ha la sola accusa specifica di aver fatto alcune scritte sui muri, per i giudici fino ad ora intervenuti, è un eversore dell'ordine democratico e tutt'ora per questa associazione del tutto arbitraria non gode della piena libertà”. La città di Spoleto in questi 5 mesi ha misurato la sproporzione di questa situazione e ha espresso un giudizio di condanna dell'operazione militare-giudiziaria denominata Brushwood. Oggi, il solo Michele rimane agli arresti domiciliari, peraltro lontano da tutta la sua famiglia. In questi due mesi, da quando è uscito dal carcere di Sulmona, Michele ha occupato gran parte del suo tempo nello studio, ha sostenuto due esami, Logica e Pedagogia Generale, ha portato a "casa" due trenta, sta resistendo in una condizione di vivibilità difficile, nonostante l'aiuto esemplare di chi lo ha accolto, consentendogli di uscire dal carcere (Don Antonio). “Rinnoviamo con forza la richiesta di scarcerazione di Michele perchè innocente, perchè l'essere anarchico non è un indice di colpevolezza (semmai di libertà), e anche perchè chiuse le indagini la carcerazione preventiva, anche nella condizione dei particolari domiciliari a cui è costretto, è solo un accanimento senza giustificazione”. Il 29 settembre a Perugia il GUP ( Giudice dell'Udienza Preliminare ) deciderà se accogliere la richiesta del rinvio a giudizio del PM per i 4 ragazzi ventenni per cui è stata richiesta. Deciderà se accogliere l'ipotesi "terrorista" della PM Comodi, se rinviarli a giudizio per reati specifici contestati, oppure far cadere le accuse senza prove. “Come è andata fino ad ora lo sappiamo tutti, vedremo se ci sono margini perchè le cose possano cambiare. Il 29 saremo a Perugia, vicini a loro, per esprimere con la nostra presenza la nostra solidarietà e una rinnovata volontà per continuare questa battaglia di libertà e di verità”. Condividi