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Alessandro Chiometti www.civiltalaica.splinder.com Come al solito quando c'è una crociata da farsi l'Avvenire non si fa attendere, parte a tambur battente con roboanti fanfare di carica certi che depositari della verità assoluta come si ritengono e con dio al loro fianco niente e nessuno può fermarli. Poco contano evidentemente le misere figure fatte recentemente con i penosi e ridicoli tentativi di smontare l'inchiesta di Curzio Maltese ora pubblicata come "la questua", che pure avrebbero dovuto far riflettere a lungo i protagonisti di cosi meschine figure. L'ultimo bersaglio degli avveneristici catto-talebani però non è un bieco laicista, anzi è uno che si professa cattolico praticante. Sto parlando del governatore della Puglia Nichi Vendola. Certo, è bene fare dei distinguo, di certo Vendola è un cattolico sui generis, visto che oltre a professare pubblicamente la sua fede cattolica professa pubblicamente anche la sua omosessualità. Come farà a conciliare le due cose? Beh, sinceramente questi sono problemi che non mi riguardano, ognuno è in diritto di gestire la sua vita come meglio preferisce. Ma bando alle ciance... di cosa è accusato il cattolico Vendola dai cattolici dell'Avvenire? La polemica è tutta rivolta alle innovazioni del sistema sanitario pugliese, che hanno il gravissimo torto di (cito testualmente l'Avvenire) "di introdurre la pillola abortiva Ru486, la pillola del giorno dopo da distribuire gratuitamente e a richiesta anche ai minori da tutte le strutture abilitate (pronto soccorso compreso), l'ulteriore sanitarizzazione dei consultori familiari con l'esclusione e il trasferimento del personale che volesse esercitare il diritto all'obiezione di coscienza". Ce n'è quanto basta perché Delle Foglie sulle pagine del quotidiano cattolico si scagli contro Nichi intitolando enfaticamente il suo articolo "il riduzionismo antropologico in salsa pugliese". Sappiamo così che introdurre un medicinale che permette alle donne di superare con meno sofferenze un trauma come l'aborto, distribuire gratuitamente un medicinale che PREVIENE il dramma dell'aborto, far rispettare i diritti di ognuno senza far pesare la discutibile obiezione di coscienza sulle spalle degli altri è "riduzionismo antropologico". Evidentemente l'autore doveva trovare un'alternativa all'abusata accusa di nazismo, o per lo meno mascherarla sotto qualche parolone saccente. Parlando seriamente invece, posso dire che Vendola evidentemente riesce a scindere la sua fede personale da quelli che sono i diritti dei cittadini da lui amministrati, senza farsi condizionare dalle potenti voci che vorrebbero assoggettare tutti alle proprie convinzioni etiche. Almeno in questo caso. Ai saccenti teologi che pretendono di decidere cos'è bene per tutti sono abituato... fa invece piacere che ci siano dei cattolici che riconoscono i diritti degli "altri". Condividi