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Rifondazione comunista dell’Umbria esprime una grande soddisfazione per l’approvazione del nuovo piano triennale regionale per l’edilizia residenziale pubblica, che per il triennio 2008-2010 mette a disposizione dell’intervento per affrontare la questione abitativa nella nostra regione risorse per 73 milioni di euro. Per i prossimi tre anni si prevede di realizzare 1500 nuovi alloggi di edilizia pubblica, e per alleviare l’emergenza abitativa che colpisce anche in Umbria una fetta crescente di popolazione - costituita dalle fasce sociali più deboli, famiglie monoreddito con figli a carico, nuclei familiari vicini alla soglia di povertà – si metteranno in campo una serie di misure importanti volte a sostenere le spese di affitto dei soggetti meno abbienti. Con il fondo regionale per l’affitto, che sarà finanziato con 4 milioni e mezzo di euro, si aiuteranno quelle famiglie che non accedono agli alloggi di edilizia residenziale pubblica ma incontrano difficoltà nel mercato libero degli affitti, che presenta prezzi dei canoni in continua ascesa. Grazie all’intervento dell’assessore Stufara, poi, il piano si è arricchito di misure volte ad agevolare le famiglie con figli e anziani ultrasessantacinquenni a carico, cioè una parte importante dei nuclei familiari più deboli e vicini alla soglia di povertà. L’impegno della Regione Umbria per la casa e l’emergenza abitativa, dunque, si orienta con atti concreti in una direzione in netta controtendenza rispetto all’operato del governo Berlusconi, che invece ha cancellato 550 milioni di euro che il precedente governo Prodi aveva destinato alle Regioni per affrontare l’emergenza abitativa. Risorse che Tremonti vorrebbe destinare ad un fantomatico nuovo “Piano Casa”, dai contorni tutti da definire. Quello che è chiaro, però, è che il governo ha cancellato la certezza di 12mila alloggi pubblici per annunciarne 20mila in un futuro quanto mai lontano e incerto, e che è grazie all’impegno dei governi regionali virtuosi, come quello umbro, se vengono date risposte alle esigenze dei cittadini più disagiati. Condividi