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di Nicola Bossi Gran parte delle sorti della partita giudiziaria del caso Meredith che vede per protagonisti gli imputati Amanda Knox, Raffaele Sollecito e Rudy Guede passa per l'identificazione e l'analisi sulla presunta arma del delitto: un coltello da cucina che, secondo la Procura, è stato ritrovato nell'abitazione di Sollecito. Nella relazione del Pm Giuliano Mignini, l'individuazione del coltello passa per una serie di analisi scientifiche e da una traccia lasciata nell'abitazione. Sul manico dell'arma "è stato rinvenuto profilo genetico di Amanda Knox" mentre sulla lama "profilo genetico compatibile con Meredith Kercher". Inoltre le operazione scientifiche hanno individuato una compatibilità tra la lama del coltello sequestato e una traccia - segnata dal sangue - intercettata su un telo all'interno della casa di via della Pergola. Le tracce lasciate da Amanda sul manico - che in verità possono essere confutate con argomentazioni altrettanto valide dalle difese - rimandano però alle dichiarazioni spontanee rese dal presunto testimone albanese che, da ieri, sono entrate di diritto nella documentazione dell'inchiesta sulla morte di Meredith. Lo straniero ha affermato che quella notte dopo una colluttazione con Raffaele, Amanda "ha cominciato a urlare e ha tirato fuori un coltello dalla borsa e mi ha detto vieni qua che ti faccio vedere io". Dalle sue dichiarazioni - da verificare anche in virtù dei vari aggiustamenti fatti sulla sua ricostruzione dei fatti - c'è l'unica presunta istantanea in tempo reale di quella ipotesi investigativa che vede Amanda impugnare un arma, simile a quella che ha inflitto la morte a Metz. Le impronte rintracciate sul coltello aprono anche un nuovo fronte difensivo per gli avvocati Nicodemo Gentile e Valter Biscotti, che difendono Rudy Guede. Sull'arma del delitto - presunta - nulla rimanda al ragazzo ivoriano. Mentre accuserebbe direttamente Amanda e Raffaele (è stato ritrovato nella sua abitazione). Condividi