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ORVIETO - Il concerto di Enrico Rava e Stefano Bollani, ieri sera sul palcoscenico di Umbria Jazz Winter, a Orvieto, è uno di quelli da ricordare a lungo. La piccola grande band del jazz tricolore ha mescolato con sapienza lirismo e humor, melodia e improvvisazione, omaggi alla tradizione jazz (lo scomparso Oscar Peterson) e riletture di canzoni italiane (Estate, di Bruno Martino) e brasiliane (Retrato em branco e pretro, di Jobim). La partnership artistica tra il trombettista triestino ed il pianista milanese data ormai una decina di anni. In questo periodo molti gli incontri e diverse le formule, con una predilezione per il duo, che ha prodotto anche sedute discografiche importanti come l' ultima uscita della Ecm, The Third Man, fresca di un paio di mesi e pluripremiata, non solo in Italia. Dieci anni fa i ruoli erano certamente diversi, visto che Bollani era un giovane emergente e Rava era già il simbolo della via italiana al jazz. Oggi il rapporto è su un piano di assoluta parità, considerando il successo internazionale di Bollani ed il suo attuale status di stella dello scenario internazionale. Il duo si regge su una strana alchimia, che funziona oltre le diversità tra i due, o forse proprio grazie a queste: lirico, spesso venato di una esistenziale malinconia Rava; giocoso, brillante, di un virtuosismo estroverso e trascinante Bollani. Il primo Miles Davis e Chet Baker sono gli inevitabili riferimenti del trombettista; proprio Oscar Peterson il principale ispiratore del pianista (“quando ascoltavo i suoi dischi pensavo che fossero in due a suonare il piano”). Si passa così da uno strepitoso e divertente solo di Bollani in Cheek to Cheek, in cui ricicla addirittura echi di stride piano e ragtime, ai poetici bozzetti di Rava nei temi di Jobim o Martino. Successo annunciato, ma ci sarà ancora modo di ascoltare, in contesti diversi, sia Rava che Bollani a Umbria Jazz Winter. Rava già questa sera sale sul palco del teatro Mancinelli assieme a Gino Paoli (ci sarà anche Danilo Rea al pianoforte), domani suonerà con il suo abituale quintetto (con Gianluca Petrella al trombone) e martedì concluderà il suo piccolo festival personale con il New Generation Quintet con Mauro Negri special guest. Bollani presenterà oggi, in tarda serata, il progetto “La gnosi delle fanfole”, tratto dalle poesie di Fosco Maraini, con Massimo Altomare voce e Mirko Guerrini sax. Il concerto di Rava e Bollani è stato seguito da un altro evento assolutamente made in Italy, messo in scena dal sassofonista Javier Girotto (argentino, italiano di adozione) e dal fisarmonicista spoletino Luciano Biondini, con alle spalle una sezione di fiati (ottoni e legni) condotta da Paolo Silvestri. Il progetto è ambizioso e complesso, e spesso risulta trascinante. Condividi