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Siamo di fronte a un crollo della capacità di lotta dei lavoratori. Nei primi nove mesi del 2007 si registrano 1,4 milioni di ore non lavorate per i conflitti di lavoro, il 56% in meno rispetto al 2006 già in caduta libera rispetto al 2005. Ogni lavoratore ha scioperato in media 5 0 6 minuti nel 2007. La caduta della conflittualità dipende dalla esplosione della precarietà: lavoro a part-time e lavoro a tempo determinato impediscono di lottare per i propri diritti e per migliorare la condizioni di lavoro, per aumenti salariali, per più sicurezza nel processo produttivo. Ormai la flessibilità (e quindi la ricattabilità) coinvolge milioni di lavoratori, e diventa anche poco conveniente scioperare per aumenti salariali di pochi euro. I lavoratori sono sottoposti ad una forte pressione dell’inflazione effettiva (non quella programmata) che sottostima il reale andamento del carovita, visto ad esempio che esclude le rate dei mutui che stanno salendo rapidamente a causa del caro-denaro. In Umbria la tendenza è simile a quella nazionale, e si avverte la mancanza di una risposta complessiva alla specifica “questione salariale” regionale; alla diffusione di una occupazione precaria anche nella, e a ridosso della pubblica amministrazione; alla insicurezza nei luoghi di lavoro, insomma ad una progressiva subordinazione del lavoro e del suo valore agli interessi del sistema delle imprese, indipendentemente dalla loro qualità e dal loro grado di innovazione. Una tendenza che occorre ribaltare sul piano sociale e su quello politico. Su quello politico occorre anche in Umbria un nuovo strumento, che rappresenti gli interessi del lavoro, una nuova sinistra, larga, radicata, autorevole e rappresentativa, “La Sinistra L’Arcobaleno”; occorre fare in fretta, molto in fretta. Condividi