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TERNI - L’accusa che verrà mossa a don Pierino Gelmini è di aver molestato sessualmente alcuni giovani ospiti della sede di Amelia della Comunità Incontro. Molestie che si sarebbero protratte a lungo, almeno per dieci anni. Un’accusa che emerge dalle numerose carte che sono contenute nei pesanti faldoni raccolti dagli inquirenti che gli avvocati difensori del sacerdote hanno cominciato a studiare, anche se i documenti che hanno richiesto in copia verranno consegnati loro solo alla fine delle prossima settimana. Hanno comunque a disposizione 20 giorni da ieri per presentare eventuali istanze istruttorie, dopo di che la procura ternana deciderà sul rinvio a giudizio degli imputati. Infatti, con don Gelmini ci sono due suoi collaboratori, mentre un quarto imputato sarebbe la madre di uno dei suoi accusatori e presunta vittima delle sue attenzioni sessuali, all’epoca in cui, ancora minorenne, era in cura nella comunità. A don Gelmini la procura contesta comunque di avere costretto nove ospiti della comunità a ''soddisfare le sue richieste sessuali'' mediante ''la minaccia di avvalersi della sua autorità e della conoscenza di numerosi personaggi politici influenti o promettendo favori tramite dette conoscenze''. Fatti, questi, che sarebbero avvenuti nella sede di Molino di Silla di Amelia, dal 1997 all'ottobre scorso, quando ormai da quasi un anno il sacerdote sapeva di essere indagato. Ed è proprio questa circostanza che è stata sottolineata dal portavoce di don Pierino, Alessandro Meluzzi, che ha parlato di ''accuse surreali'' ai danni di una ''persona malata di 83 anni'' diventata vittima di ''una tragedia mediatica''. Quattro degli ospiti molestati si trovavano in comunità agli arresti domiciliari o comunque sottoposti a misure di sicurezza alternative al carcere. Gli altri cinque erano invece templi tossicodipendenti in cura e due di loro al momento dei fatti contestati avevano meno di 18 anni. Una delle presunte vittime ha denunciato ben 15 episodi di molestie. Ci sarebbero accuse anche per fatti precedenti al 1997 che però non sarebbero stati presi in considerazione per l'avvenuta prescrizione dei reati connessi. A don Gelmini la procura contesta anche la violazione dei suoi doveri ''inerenti ad una pubblica funzione o a un pubblico servizio e alla qualità di ministro di culto e con abuso di autorità''. Il sacerdote è difeso dagli avvocati Lanfranco Frezza, che ha parlato di accuse ''assurde, non credibili e destituite di fondamento'', e dall'avvocato Filippo Dinacci. Quest' ultimo ha sostenuto che alcune di queste accuse erano già state archiviate dalla procura della repubblica di Terni negli anni scorsi. Gli altri tre imputati devono invece rispondere di favoreggiamento. Condividi