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PERUGIA – “L’attuale frammentazione del sistema non potrà reggere a lungo alla competitività innescata dalla nuova ‘Ocm’ nel settore del vino, per cui è necessario dar vita a forme sempre più ampie di aggregazione: chi si aggrega vincerà la sfida del mercato”. Lo ha detto l’assessore all’agricoltura della Regione Umbria Carlo Liviantoni, concludendo ieri sera a Todi i lavori del convegno “Il settore vitivinicolo umbro e la nuova Ocm”, che, promosso dalla Regione Umbria, si è tenuto presso la sede dell’Istituto Tecnico Agrario Statale “Ciuffelli”, con inizio alle ore 15. Al centro del convegno le novità introdotte dal regolamento adottato in giugno dall’Unione europea”: quella nuova “organizzazione comune dei mercati”, che di fatto, formalizzata dalla Commissione Europea, è entrata in vigore il primo agosto scorso. Dopo aver ricordato come la vitivinicoltura costituisca “un elemento strategicamente necessario per lo sviluppo dell’Umbria”, Liviantoni ha sottolineato la necessità di “uno sforzo straordinario delle istituzioni e degli operatori, per dar vita – ha detto – ad uno scenario diverso, in grado di reggere la competitività e capace di diventare un volano dello sviluppo. L’occasione offerta dalla nuova ‘Ocm’ nel settore del vino – ha aggiunto Liviantoni – è allettante, perché ci consentirà di spendere ogni anno, a partire dal 2009, 350 mila euro per azioni di promozione dei vini umbri nei paesi extraeuropei”. “Il lavoro costante degli ultimi anni in questo settore – ha detto Ernesta Maria Ranieri, direttore regionale dell’Agricoltura – ci ha consentito traguardi importanti e ci permetterà di conseguire i prossimi obiettivi con maggiore rapidità”. Al convegno sono intervenuti Alberto Paliotti, del Dipartimento di scienze agrarie e ambientali dell’Università di Perugia (“La fotografia tecnica e varietale del “vigneto Umbria”); Angelo Frascarelli, del Dipartimento di Scienze economico-estimative dell’Università di Perugia (“La nuova ‘Ocm’ del mercato vitivinicolo”); Tommaso Sediari, ordinario di Economia ed Estimo Rurale dell’Università di Perugia, che ha parlato di un “comparto con forti potenzialità, soprattutto nell’area di Montefalco”; e Gianluigi Marcantoni , dirigente per la promozione delle produzioni di qualità della Regione Umbria. Il prof. Sediari ha sottolineato la necessità di “lavorare in funzione di quello che la domanda chiede, tenendo conto, se si vuole legare davvero il vino al territorio, dei modelli di consumo”. “È diminuito il consumo di vino a tavola – ha detto, citando dati di mercato, il prof. Frascarelli – ed è invece aumentato quello dei vini di qualità”. Condividi