DAYAN.jpg
CITTA’ DI CASTELLO - “La presenza di Yael Dayan a Città di Castello è legata alla scelta coraggiosa del Festival, che, per la sua prima incursione fuori dall’Europa, ha scelto come nazione ospite Israele ma è anche espressione di un legame secolare tra due culture, di cui le pergamene sono il portato storico e simbolico”: così il sindaco di Città di Castello Fernanda Cecchini ha salutato Yael Dayan, vicesindaco di Tel Aviv nel corso di un incontro con la stampa che si è svolto a margine della visita alle sale dove, in questi giorni, la Pinacoteca comunale espone pagine del Talmud risalenti al XI-XII secolo. “Città di Castello in nome del messaggio universale della musica e della cultura rinnova la sua vocazione ad essere strumento di dialogo tra i popoli anche in virtù del linguaggio internazionale dell’arte: la visita della nostre illustre ospite si è svolta sotto gli auspici di Raffaello, il cui stendardo, in prestito temporaneo alla Galleria Nazionale dell’Umbria in occasione della mostra sul Pinturicchio, è tornato nella sua collocazione ufficiale a Palazzo Vitelli alla Cannoniera”. Disponibile alle molte domande dei giornalisti, Yael Dayan ha parlato del ruolo che la figura del padre (Moshe Dayan, 1915/81, stratega della Guerra dei Sei giorni e del Kippur, ndr), ha svolto nella sua vita, sottolineando che “se oggi mi posso occupare di diritti civili e non di guerra è perché lui ha vinto la guerra”. Scrittrice e più volte parlamentare laburista, è vicesindaco di Tel Aviv, città che definisce “capitale della cultura a differenza di Gerusalemme, simbolo religioso” da pacificare “sotto un amministrazione internazionale controllata, aperta ai cittadini delle tre grandi religioni monoteiste”. Non auspica l’ingresso di Israele all’Unione Europea, “perché noi siamo Mediorientali e dobbiamo inserirci e svilupparci nel continente cui apparteniamo, perseguendo un cammino di pace che deve essere accelerato” magari grazie anche all’avvicendamento imminente previsto alla Casa Bianca, “dove vorrebbe - ha risposto a domanda precisa - Barak Obama”. Yael Dayan ha apprezzato molto il patrimonio d’arte custodito nella Pinacoteca tifernate e si è soffermata davanti alle teche che ospitano le pergamene, “definite la summa di una cultura prima che di una religione”. Sottolineando i punti di contatto tra Città di Castello e Tel Aviv, entrambe impegnate nella promozione e la conversione del settore agroalimentare” ha avuto parole di ringraziamento per l’ospitalità ricevuta e di apprezzamento per la ricchezza architettonica e ambientale dell’Alto Tevere”. Condividi