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SOLOMEO - ''Secondo me non si puo' rimproverare a qualcuno di trascurare qualcosa che non gli interessa'' dice lapidario Luca Ronconi a chi gli chiede se ci sia qualcosa da criticare nel rapporto tra la politica, le istituzioni pubbliche e il teatro. Il regista e' nel Borgo di Solomeo, vicino Perugia, dove oggi si inaugura un nuovo teatro stabile, voluto e costruito da un imprenditore del cashmere, Brunello Cucinelli, uno che lavora molto ma sogna anche, un Adriano Olivetti in chiave umbra. In questa atmosfera di mecenatismo entusiasta, Ronconi, insieme con Cesare Mazzonis (autore dei testi) e il musicista Ludovico Einaudi, ha dato vita a un'opera teatrale di 80 minuti, 'Nel bosco degli spiriti', tratta da due racconti dello scrittore nigeriano Amos Tutuola. Il risultato e' una favola stravagante, singolarmente moderna sospesa tra mito, rito e cronaca, che narra di un Orfeo ubriacone che va cercare nell' aldila' il suo spillatore di vino di palma. L'esotismo e' solo una citazione giocosa, uno degli ingredienti - spiegano gli autori - di una invenzione artigianale, anche complessa, di una commistione di musica e parola, di maschere e di ironia. Un lavoro sperimentale durato 40 giorni in un borgo, quello restaurato da Cucinelli, che e' stato anche un laboratorio culturale e umano, una bottega rinascimentale di lavoro e di vita in comune, e un esempio di come il privato puo' fare cultura. Inevitabile quindi parlare, di converso, del ruolo dell'istituzione pubblica. Latitante? ''Il teatro e' certamente marginale, non e' un fenomeno culturale che interessa grandi masse, quindi la politica non se ne occupa piu' di tanto''. Piu' rassegnato che critico, Ronconi continua: ''E' sbagliato ragionare di teatro paragonando l'oggi al passato, bisogna confrontare il teatro attuale con le altre forme di spettacolo contemporaneo perche' in realta' oggi c'e' perfino molta piu' gente che va a teatro, rispetto a ieri''. Cosa farebbe Ronconi se potesse determinare in tre punti l'intervento pubblico verso il teatro? ''Innanzitutto bisognerebbe appassionare di piu' i ragazzi delle scuole, farlirecitare, come fanno in Inghilterra. Poi, io che lavoro in una delle istituzioni teatrali so bene come queste siano viste con fastidio dagli stessi teatranti. La gente di teatro ci considera un ostacolo, come degli assorbitori di risorse. Si dovrebbe lavorare a cambiare questa mentalita': l'istituzione teatrale sana e' un bene per tutti''. Infine, legato a questo, l'argomento dei finanziamenti: ''Ci lamentiamo sempre che ci sono pochi soldi per il teatro, in realta' sono troppo alti i costi. Parlo in qualche modo da imprenditore di teatro: occorre una politica Condividi