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“Continua a calare il potere di acquisto di salari, stipendi e pensioni per la grave stagnazione economica appesantita, inoltre, dal tasso di inflazione più alto d’Europa. Una crisi che grava pesantemente anche su decine di migliaia di lavoratori umbri, a cui occorre rispondere con il blocco dei prezzi dei beni essenziali di largo consumo e un aumento reale e consistente delle retribuzioni, per sostenere la domanda, la produzione e di riflesso i livelli occupazionali, emergenza testimoniata anche alcune crisi produttive regionali”. Il consigliere regionale Stefano Vinti (Prc-Se) commenta in questo modo i dati dell'Istat sull'andamento delle retribuzioni in Italia. “La crescita del 4,3 per cento – spiega Vinti – è una variazione relativa al solo mese di luglio 2008, rispetto al luglio dello scorso anno. Si tratta però di un artificio contabile che cozza con il dato reale della crescita su base semestrale (gennaio – luglio) corrispondente al 3,1 per cento, un punto, quindi, sotto l’inflazione. Quindi in sei mesi, salari, stipendi e pensioni hanno perso potere di acquisto, un dato negativo che verrà confermato senza interventi in grado di invertire un trend che ormai da anni sta minando i redditi e le pensioni di milioni di famiglie, lavoratori e pensionati”. “L’Istat – continua il consigliere regionale - ha indicato che a luglio 2008 le retribuzioni contrattuali varie sono aumentate dello 0,7 per cento su base mensile (rispetto a giugno 2008) e del 4,3 per cento su base annua che, secondo l’Istat, è il dato più alto dall’ottobre del 1997. Un dato, sempre secondo l’Istat, che sembra scavalcare anche l’inflazione, al 4 per cento, e che è da attribuire ai numerosi rinnovi contrattuali e agli incrementi tabellari previsti da molti accordi recepiti durante gli ultimi mesi. Infatti a luglio sono stati recepiti sei accordi: pelli e cuoio, calzature, gomme e plastiche, ceramiche, commercio, scuola privata laica. Sono quindi 48 gli accordi attualmente in vigore, che regolano il trattamento economico e normativo di circa 8,9 milioni di lavoratori dipendenti. 3,4 milioni di lavoratori dipendenti sono ancora in attesa di rinnovo, di cui 2,8 milioni nella pubblica amministrazione”. “È necessario - conclude il consigliere di Rifondazione comunista - che le forze della sinistra 'ricomincino' a fare opposizione al governo Berlusconi, partendo dalle 'questioni salariali' e dalle condizioni del lavoro”. Condividi