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PERUGIA – Non v'è dubbio che quello di prezzi è uno dei temi più caldi di questa calda estate ed a rinfocolare le polemiche sono state le uscite, sui giornali di oggi, dell’assessore regionale Giovanetti e del Presidente di Coop Centro Italia. Una contemporaneità che per la Confesercanti Umbria costituirebbe la “prova provata” di come la Regione Umbria abbia ormai scelto da che parte stare, ovvero da quella della grande distribuzione. In una nota inviata alla stampa l’associazione degli esercenti umbri afferma infatti che “Ai vari tavoli si sono fatti tanti proclami sull’insostituibile ruolo della piccola e media impresa, ma poi qualcuno (Giovannetti, ndr) getta la maschera e se ne esce dicendo che la Regione difende i consumatori e non i commercianti. Guarda caso, lo fa lo stesso giorno che il Presidente di Coop Centro Italia lancia la sua proposta di individuare un paniere di 200 prodotti sui quali abbassare i prezzi”. “Forse la Regione – si sostiene - ignora che in Umbria ci sono più di 20.000 imprese con dietro le loro famiglie che vivono esclusivamente del reddito prodotto dalla propria azienda e dichiarare che queste non devono essere tutelate, rappresenta per la nostra associazione un chiaro segnale dell’orientamento regionale”. Sulla proposta di Raggi di individuare, da parte della Regione, un paniere di 200 prodotti di largo consumo e su questi attivare una politica di diminuzione dei prezzi, la Confesercenti risponde “che è l’ennesima ‘trovata’ per far incrementare gli incassi della grande distribuzione e non certo per tutelare i consumatori”. “Diciamo questo – aggiunge - perché è molto facile per un grande centro commerciale, dove all’interno ci sono migliaia di prodotti, effettuare campagne mirate su determinati prodotti. Ma chi garantisce che quanto mi viene fatto risparmiare (spesso solo sui prodotti a marchio Coop dove i margini sono ovviamente maggiori) non mi viene fatto ripagare, magari con gli interessi, su tutto il resto?”. Una considerazione che a parer nostro considera i consumatori come esseri dewl tutto sprovveduti e perciò incapaci di accorgersi degli eventuali inganni, quando c’è da ritenere che sappiano invece fare assai bene i conti nelle loro tasche tanto che sempre più numerosi frequentano i grandi centri commerciali. Evidentemente vi hanno riscontrato una reale convenienza. Poi la nota di Confesercenti così prosegue: “Forse il Presidente Raggi si è dimenticato che più del 70 per cento del mercato alimentare è in mano alla grande distribuzione E’ ora di finirla con una demagogia che si lava la coscienza scaricando colpe inesistenti su chissà chi e chiude gli occhi di fronte alla realtà. Quando infatti la grande distribuzione arriva a dominare il mercato per il 70%, di quali prezzi, di quale concorrenza vogliamo parlare? Sono loro, ipermercati e supermercati a fare il prezzo. Allora di quali paladini dei consumatori stiamo parlando?” Quanto alle difficoltà che incontrano le famiglie, Confesercenti non le nega, ma le addebita anche al fatto che “cresce il loro indebitamento che è passato dal 20 al 30% del Pil in pochi anni e sono strette nella morsa di tasse e tariffe sempre più opprimenti”. Condannando, infine, un polverone che ritiene inutile e disgustoso “perché è persecutorio nei confronti di una categoria che invece è alle prese con crescenti problemi di chiusura”, ricorda che “ogni sei anni 4 imprese su dieci chiudono. E non per arricchimento ma perché non sono in grado di reggere sul mercato”. Da qui l'invito alla Regione ad affrontare “il problema in maniera seria, costruendo insieme un percorso che individui ad esempio fra la produzione ed il dettaglio tutte quelle distorsioni che spingono i prezzi in alto, riducendo di conseguenza i costi ed i passaggi della filiera”. Infine, la Confesercenti invita “le associazioni dei consumatori, a fare la voce grossa anche con gli istituti bancari, con le compagnie petrolifere che tanto incidono sul portafoglio delle famiglie, ma come si sa è molto più facile prendersela con il fruttivendolo sotto casa che andare a “toccare” certi colossi”. Sarebbe insomma diventato di moda gridare “al lupo al lupo”, "indicando sempre e solo i bersagli più facili da raggiungere e che nella dinamica dei prezzi ben poche colpe hanno da espiare”. Quanto al suo comportamento, la Confesercenti afferma di non essersi mai tirata indietro nel fare le sua parte, ma anche che "intende riportare la discussione in un ambito di razionalità ed oggettività, contrastando i continui tentativi di far ricadere sui commercianti le responsabilità”. Condividi