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PERUGIA - Sono ''molteplici le sfide che nel futuro prossimo il settore vitivinicolo'' dell'Umbria dovra' affrontare se non vorra' perdere la competitivita', vanificando i grandi sforzi fatti negli ultimi 20-30 anni. Tra queste la sparizione delle sigle Doc e Docg che potrebbe portare ad una ''enorme confusione'' tra i produttori ed i consumatori. E' quanto rileva la Confagricoltura regionale. La cancellazione delle tradizionali denominazioni Doc e Docg ''in favore di quelle, meno riconoscibili, come made in Italy, sigle europee Igp e Dop'' non puo' e non deve essere sottovalutata. La trasformazione - spiega in un suo comunicato - ''portera', a differenza della situazione attuale, al divieto di sovrapposizione delle denominazioni, cio' significa che nei territori delle Doc/g si dovra' profondamente incidere per ridisegnare la mappa delle denominazioni decidendo quali varieta' salvare e quali abbandonare e con quali metodi di processo. In questo panorama, e proprio per il gia' citato divieto di sovrapposizione delle denominazioni, l'Umbria - secondo la Confagricoltura - rischia profondi cambiamenti (si dovrebbe infatti passare da 28 a 19 denominazioni) e cio' potrebbe portare ad una situazione di enorme confusione sia tra i produttori, sia tra i consumatori che non potranno facilmente orientarsi tra i segmenti di una offerta complessa e massificante. Tanto per fare degli esempi, se si prende a riferimento Montefalco - continua il comunicato - la nuova Dop dovrebbe offrire di tutto di piu', quindi Sagrantino, Rosso, Rosso Riserva, Bianco, Grechetto cosi' come Trebbiano, Sangiovese in uscita obbligata dalla Colli Martani ma anche Cabernet, Merlot, Pinot Nero, Bianco e Grigio, Trebbiano Spoletino, fino ad arrivare a tipologie tipo Novello, vendemmia tardiva e tutte le altre possibilita' ad oggi chiuse nell'Umbria Igt . Lo stesso discorso vale per Orvieto, Orvieto Classico, Rosso Orvietano, Lago di Corbara, in parte Trasimeno, Colli Amerini e Umbria Igt le quali, sovrapponendosi in tutto o in parte, o scompariranno o si dovranno ridisegnare e farlo oggi con mercati sempre piu' competitivi e sospettosi dei marchingegni burocratici appare una grande sfida per il settore da qui ad agosto 2009. Siamo quindi in un periodo dove le cose dovranno cambiare a velocita' enorme e Confagricoltura - continua - ritiene sempre piu' necessario che in Umbria si accelerino i tempi per una definizione di una strategia condivisa su cosa fare e come farlo, altrimenti si corre il rischio concreto di essere relegati ai margini della competizione nonostante i grandi sforzi fatti negli ultimi 20/30 anni''. Condividi