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Rifondazione a queste regole sceglie di non giocare, il messaggio non potrebbe essere più chiaro. Augusto Rocchi – membro della Commissione Permanente Lavoro – lasciando nottetempo il vertice di maggioranza sul welfare ha dichiarato: “Non è che c’è chi può avere le mani libere – il riferimento ai Diniani è palese – mentre noi stiamo qui a fare la guardia al bidone”. Rifondazione Comunista, che dei partiti di maggioranza e opposizione è da sempre quello più sensibile ai temi dello stato sociale e assistenziale, ribadisce ancora una volta e con fermezza che se accordo deve esserci, questo va trovato sulla base di alcuni punti fermi e non negoziabili. Il PRC ha deciso infatti che manterrà gli emendamenti per la parte relativa ai lavori usuranti e sul tempo determinato e, sulla base di questi, valuterà il proprio voto lunedì, giorno dell’esame del testo in aula. Nonostante le illazioni su un eventuale pressione della Fiom (che in contrasto con la linea della CGIL si era già opposta al protocollo del 23 luglio), la posizione di Rifondazione pare piuttosto dettata dal rispetto degli accordi presi tra governo e parti sociali; una manifestazione di serietà più che di intransigenza. I tempi per un riavvicinamento comunque ci sono, e in tal senso vanno lette le dichiarazioni ottimistiche di Prodi; ma il ricorso al voto di fiducia prende sempre più corpo. La mancanza di un’intesa implicherebbe infatti nel 2008, l’entrata in vigore dello “scalone” pensionistico previsto dalla legge Maroni e questa, indubbiamente, è l’eventualità che tutta la maggioranza punta ad evitare. Condividi