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di Dante De Angelis “Incredibile, si è spezzato un treno Etr500 a Milano Centrale, per fortuna era vuoto. Soppresso l’Eurostar T-biz”. Con queste poche parole di un caro collega di Milano venni a sapere del fatto da cui è nata la denuncia per cui sono stato licenziato. In un primo momento la notizia mi era sembrata inverosimile, richiamo Milano per fare alcune verifiche e prendo atto che effettivamente si era spezzato un “mietitrebbia” come alcuni di noi chiamano l’Etr 500 per il suo rumore infernale, a bordo e a terra. Eravamo abituati agli spezzamenti di treni “normali” durante la marcia, soprattutto merci e più raramente viaggiatori, dove, in presenza di agganci “lenti”, il gioco tra i veicoli accentua le sollecitazioni “ a strappo” sui tenditori. Un fatto inatteso e inspiegato per treni Etr di ultima generazione, a comando e controllo elettronico e con sistema frenante molto più sofisticato. Come Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (Rls) non abbiamo potuto che preoccuparci perchè nessuno può ragionevolmente escludere che le stessa cosa accaduta in manovra potesse accadere anche in corsa. Negli ultimi mesi, come delegati alla sicurezza avevamo messo in evidenza e segnalato all’azienda a tutti i livelli, dall’amministratore delegato ai dirigenti territoriali, problemi riguardanti gli Etr e relativi a manutenzione, controlli sulla manutenzione e usura che avevano generato incidenti, mancati incidenti o comunque situazioni di rischio. A fronte del dovere primario del datore di lavoro di garantire la massima sicurezza tecnicamente possibile, il ruolo dei Rls è proprio questo: analizzare ciò che accade, cogliere i segnali di pericolo e, con la sua conoscenza di dettaglio del lavoro, valutare in anticipo, prevenire, in qualche modo “anticipare” le “cose pericolose” che potrebbero accadere in un sistema produttivo, una macchina, un cantiere, ecc... Credo di aver fatto assieme a molti compagni di lavoro solo il mio dovere, al fine di contribuire – nel mostro piccolo – a correggere alcune lacune tecniche ed organizzative che solo negli ultimi mesi hanno procurato diversi e gravi inconvenienti. I ripetuti episodi di guasti meccanici agli Etr 480, da cui sono scaturite le inchieste delle procure di Orvieto e Bologna ed il sequestro di un treno, sono fatto veri; come è vera anche l’incredibile- anche per noi - perdita del “tetto” della locomotiva di un altro “mietitrebbia” avvenuta a 220 Km/h sulla direttissima Firenze Roma, che il 5 aprile scorso per un soffio non ha causato un disastro ferroviario di proporzioni imprevedibili. Tutti problemi per la soluzione dei quali abbiamo contribuito, proprio come Rls, segnalandoli sia all’azienda, che alla magistratura che all’opinione pubblica. L’accusa di false dichiarazioni che ho ricevuto da parte del presidente delle ferrovie, e alla base del licenziamento, mi ferisce profondamente. La risposta dell’azienda mi ha lasciato senza parole. Già una volta, nel marzo 2006, ero stato licenziato per essermi rifiutato, come da piattaforma sindacale, di condurre un Eurostar perchè dotato del sistema Vacma (“uomo morto” – in pratica bisogna pigiare un pedale ogni 55 secondi, così che il sistema di sicurezza ‘sappia’ che il conducente è presente), dispositivo considerato pericoloso per lavoratori e viaggiatori anche da pareri di varie Ausl. Dopo sette mesi senza stipendio sono stato reintegrato, grazie alla mobilitazione dei miei colleghi macchinisti e di tanti altri lavoratori e alla dedizione del mio avvocato. Su questa vicenda, e lo dico da Rls, si gioca una importante partita riguardante proprio il ruolo dei lavoratori nei casi in cui vi sono situazioni anche solo potenzialmente pericolose: devono stare zitti ad aspettare che accada l’incidente o possono denunciane le possibile cause prima che questo accada? Condividi