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Quarant’anni fa i carri armati sovietici posero fine alla “primavera di Praga”. Rifondazione ricorda l’ultimo tentativo di autoriforma del socialismo che non voleva cancellare il comunismo Il 20 agosto 1968 i carri armati inviati da Breznev entravano a Praga e mettevano fine all’esperienza messa in campo da Dubceck di costruire un’alternativa al modello sovietico, ma sempre comunista. Rifondazione comunista vuole ricordare quell’esperienza di riforma del socialismo che tentò il Partito comunista cecoslovacco, alla ricerca di un modello di società che coniugasse davvero l’uguaglianza sociale con la democrazia e la libertà. L’esperimento praghese è stato davvero un frutto importante di quell’anno travolgente e sovversivo che fu il 1968: la spinta antiautoritaria e libertaria dei movimenti studenteschi in tutto il mondo – Francia, Italia, Germania, Giappone, Messico, Stati Uniti, tra gli altri – portava il diritto di critica anche all’interno del “socialismo reale”, che fino all’ora era parso un universo monolitico. La “Primavera di Praga” ha rappresentato il simbolo della ricerca di un “comunismo diverso”, poi in parte recuperato dall’idea di eurocomunismo dei partiti comunisti occidentali. Ma il tentativo di Dubceck non ha avuto l’appoggio necessario per sopravvivere di forti esperienze comuniste, come quella italiana o francese, che forse avrebbero potuto segnarne una sorte differente. I carri armati allora posero fine ad una esperienza che come Rifondazione comunista rivendichiamo ancora oggi come parte della ricerca di un modello alternativo di società, dove l’uguaglianza sociale, la democrazia, la libertà e i diritti delle persone e dell’ambiente possano contribuire a rendere migliore la qualità dell’esistenza per tutti gli abitanti del pianeta. Condividi