Il tastierista israeliano Idan Rachel.jpg
Sarà dedicata a Israele la 41/a edizione del Festival delle Nazioni, in programma da giovedì prossimo al 5 settembre a Città di Castello ed in altre localita' dell' Alta valle del Tevere. Si esibiranno insieme anche artisti israeliani e palestinesi. Il cartellone, messo a punto dal direttore artistico Aldo Sisillo - presidente del festival è il giornalista televisivo Giuliano Giubilei - offre uno spaccato interessante di un ambiente musicale meno noto, di confine rispetto ai consueti percorsi culturali occidentali, ma strettamente intrecciato con la storia della musica europea. Con Israele - ha spiegato Sisillo - si chiude un percorso che dalla Polonia alla Boemia ed alla Spagna ha visto il festival esplorare la significativa presenza della cultura ebraica nella storia dell'Europa. Dall'interazione tra culture diverse, dal dialogo e dai conflitti scaturisce la ricchezza del suo mondo musicale. La manifestazione presenta artisti che rendono un'idea della musica che attualmente si suona in Israele, come Idan Rachel con il suo Project, pop star che ha assemblato un gruppo in cui sono presenti musicisti provenienti dall'Etiopia, dalla Georgia, dal Suriname, dall'Iran e da Israele, e artisti di fama internazionale nel versante colto come Gidon Kremer e Shlomo Mintz, entrambi violinisti, il primo con la sua Kremerata Baltica, in un programma che va da Schubert a Chick Corea, il secondo con il New Russian String Quartet, in una proposta più classica delle musiche di Mozart e Brahms. Ci saranno anche Salvatore Accardo in duo con la pianista Laura Manzini, il direttore Yaniv Dinur con iSolisti di Perugia (musiche di Morzart, Shubert, Wiesenberg), la Israel Chamber Orchestra diretta da Gil Shonat (uno dei compositori piu' importanti di questo Paese) con il violinista Pavel Barman. Significativa la presenza dell'Arab Music Orchestra of Nazareth, esempio di intensa collaborazione tra musicisti palestinesi e israeliani, con un omaggio ad Umm Kalthum, insuperata voce dell'anima araba fra gli anni '30 e '50. Sara' anche presentata una nuova produzione di Michele dell'Ongaro in cui Sandro Lombardi leggera' brani di David Grossman. Tra le proposte meno consuete per un pubblico europeo, lo spettacolo in cui il cantore Eya Lerner, con il suono del violino di Pavel Vernikov ed i Virtuosi Italiani, rievochera' scene di vita quotidiana e momenti salienti del racconto biblico in una narrazione musicale di Leonid Hoffman. Non manchera' ovviamente il klezmer, genere oggi popolare, che proviene dalla tradizione ebraica dei paesi dell'est europeo Intanto, sempre in occasione del Festival delle Nazioni di Castello, giovedì sarà inaugurata alle 18, nel palazzo Vitelli alla Cannoniera, la mostra "Le pergamene ebraiche a Città di Castello", promossa dall'amministrazione comunale in collaborazione con l'associazione "Italia-Israele" di Perugia, in occasione dell'edizione 2008 al Festival delle nazioni. La rassegna espositiva - presentata stamani con una conferenza stampa - resterà aperta al pubblico fino al prossimo 28 settembre e propone documenti conservati nell'archivio mandamentale della città. "Il valore storico e documentale delle pergamene ebraiche conservate nel Fondo antico della biblioteca di Città di Castello - ha affermato il sindaco, Fernanda Cecchini - è emerso chiaramente in occasione della mostra 'Italia ebraica' di Tel Aviv, perché le teche che custodivano i fogli del Talmud sono state le più visitate e apprezzate. Per questo abbiamo deciso di esporle in occasione del Festival delle nazioni dedicato alla cultura e alla musica di Israele, consolidando un rapporto con il mondo ebraico che la nostra città ha sempre avuto, come testimonia la sinagoga che si alzava nel centro storico". "Le preziosissime pergamene che esponiamo - ha aggiunto il sindaco - sono un'attestazione dei rapporti che la comunità ebraica ebbe con l'Alta Valle del Tevere nell'arco dei secoli compreso tra il 1300 e il 1500". Recuperati nell'ambito del progetto "Gheniza (ripostiglio dei libri deteriorati) italiana", i frammenti dei manoscritti ebraici di Città di Castello - riferisce una nota del Comune - si sono conservati come rilegature ai registri notarili. Sono 121, di cui 28 bifogli o a fogli interi, e 93 piccolissime strisce, che costituivano il dorso della copertina. "Nel caso tifernate le sopravvivenze sono relative a sette diversi manoscritti di origine" ha spiegato il professor Mauro Perani, curatore dell'iniziativa insieme a Marisa Borchiellini. "Dei 24 registri notarili - ha spiegato - sette sono avvolti con fogli tratti dal manoscritto di una Bibbia risalente alla metà del Duecento; uno con un compendio detto Alfasi e tre, i più considerevoli, con parti del Talmud babilonese, la summa della giurisprudenza ebraica". Condividi