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di Nicola Bossi In molti dovranno dire grazie al terremoto del 1997 se, ieri sera, hanno visto avvicinarsi il traguardo più importante: la stabilizzazione del proprio posto di lavoro all'interno della macchina pubblica regionale. ma in mezzo al mare magnum ci sono anche giovani non terremotati, partici come consulenti, eppoi diventati co.co.co. Li aspetta una ulteriore formazione professionale e poi micro-selezione per diventare a tempo indeterminato. Non è andata bene invece ai cosiddetti portaborse dei gruppi consiliari. Penalizzati dalla paura di alimentare altri costi della politica, anche se la pattuglia di portaborse regionali sono tra quelli che lavorano di più nella pubblica amministrazione. Sono coloro che spesso scrivono, studiano e formano le interpellanze, le leggi regionali che poi i big mettono in discussione in Consiglio regionale. Spesso da anni si divisono un part-time di 800 euro, pur lavorando anche sette ore al giorno. E se ci sono commissioni, consigli e riunioni di giunta il lavoro si protrae senza orario. Ma per l'opinione pubblica portano in sè una grave pecca: quella di credere nella politica. Per la macchina pubblica, negli ultimi anni, invece rappresentano una anomalia perchè non sono selezionati ma sono fiduciari delle eletti. I portaborse sono gli unici lavoratori di serie B in questa regione. Comunque, per una pattuglia grosso modo di aventi diritto (almeno in servizio da tre anni e mezzo) di 18-20 persone, è stata prevista una quota di uscita dal precariato del 20 per cento rispetto al totale dei precari regionali. Ovviamente dovranno affrontare una selezione. Per il Capogruppo regionale del Prc Stefano Vinti: "l’approvazione della legge sui ‘precari’, votata oggi in Consiglio regionale, segna un passaggio positivo nella politica di lotta alla precarietà. Un fenomeno che, negli ultimi anni, si è andato sempre più estendendo”. Continua:“seppure tra alcuni limiti, le esperienze professionali e quelle già espresse nell’ambito della Regione, trovano un percorso certo verso la stabilizzazione lavorativa che il gruppo di Rifondazione comunista – conclude – giudica positivamente”. Condividi