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Il Congresso di Rifondazione, spiega il coordinatore nazionale di Sd Claudio Fava, ha fatto chiarezza. Non tanto per la vittoria di Paolo Ferrero quanto perché, dall`altro lato "prende ancora più forza e più urgenza la necessità di organizzare a sinistra un incontro tra storie, culture, sensibilità, linguaggi, che hanno scelto la sinistra non come museo ma come luogo di trasformazione del presente, laboratorio politico". Fava parla alla minoranza di Nichi Vendola, ma non solo: "Bandiera Rossa non è una scelta politica, è una fuga dalla politica. Da questa parte può e deve esserci l`idea di un sinistra che riorganizza profondamente sè stessa". E ora la scelta è "tra chi sceglie Bandiera Rossa e chi sceglie di riorganizzare la sinistra in un campo molto più vasto e inclusivo". Un progetto che deve partire "subito" e "cominciare a riempirsi di contenuti, oppure - avverte Fava - ricadiamo nel politicismo, nel tatticismo, nell'analisi delle convenienze. Noi siamo stati seppelliti dalle nostre contabilità elettorali e dai nostri tatticismi. E dovremo sentire un po' più il cuore della nostra comunità che ci dice 'mai più ciascuno a guardia del proprio museo'. Tutto questo va fatto subito". Il primo appuntamento "non solo elettorale ma anche politico" è in Abruzzo: e a Di Pietro che sembra intenzionato ad andare da solo, Fava dice: "Nessuno può stare in campo da solo. A meno che non scelga di stare in campo soltanto per vanità personale. Il centrosinistra può riorganizzarsi in Abruzzo, ma deve riorganizzarsi a partire da un azzeramento di tutte le gerarchie pregresse. Il centrosinistra in Abruzzo, più che altrove, non può avere padroni di casa e ospiti. Questo vale per il Pd come per Di Pietro". Condividi