amelia2.jpg
AMELIA - “La qualità di un territorio è legata alla qualità culturale e al grado di partecipazione dei suoi cittadini: questo, il messaggio importante che scaturisce dal definitivo accantonamento del progetto di costruzione di una megaporcilaia di 14.000 capi da insediare in una zona agricola ad alto valore paesaggistico qual è quella sita nella frazione di Porchiano di Amelia, al confine con i Comuni di Giove e Penna in Teverina”. Inizia con queste parole la nota congiunta diffusa dal Comitato intercomunale per la Tutela del Territorio Amerino, firmata anche dal circolo di Legambiente dell’Amerino, da Italia Nostra, e da il Cantiere, Prc, Verdi, Pdci e Sinistra Democratica che avevano animato una forte campagna di opposizione nei confronti di questo progetto. Una campagna ben documentata, con l’assunzione di autorevoli pareri tecnici sui danni che questo insediamento avrebbe potuto produrre anche sulla salute dei cittadini, che è stata promossa in prima persona dal Comitato intercomunale e dalle associazioni ambientaliste e che ha trovato l’immediato sostegno delle forze della Sinistra democratica. Sono state quindi organizzate assemblee ed incontri assai partecipati, che hanno visto la gran parte dei presenti schierarsi decisamente contro il progetto. Ed è stata anche organizzata una raccolta di firme che ho ottenuto più di mille adesioni. Tutto ciò è servito ad aprire una breccia nel fronte favorevole alla porcilaia, producendo le prime importanti defezioni che hanno poi convinto anche i più accesi sostenitori del megaimpianto a lasciar perdere. Solo che la controversia fra cittadini ed amministrazione comunale amerina non è finita qui, ma si ripropone in termini diversi visto che, costretta ad abbandonare l’ipotesi porcilaia, che si configurava come una vera e propria “bomba ecologica” a tempo, la Giunta pare ora favorevole a riesaminare il progetto originario che prevedeva la costruzione di un grande allevamento avicolo. Ma, osservano adesso gli oppositori, “l’alta criticità degli acquiferi” e il carattere altamente permeabile dell'area in cui si vorrebbe insediare l’allevamento intensivo di galline ovaiole rimane inalterata. In una zona con equilibri naturali così delicati, che deve necessariamente essere protetta, così come è previsto dal PRG di Giove, approvato anche dalla Provincia, non possono essere insediati impianti di tipo industriale di nessun genere. Rimarrebbe inoltre inalterata anche l’incoerenza rispetto ad una prospettiva di sviluppo turistico eco-compatibile, che privilegi la tutela del paesaggio, l'agricoltura biologica e i prodotti tipici di qualità, per cui i firmatari della nota in questione chiamano i cittadini a mobilitarsi nuovamente, tanto più ora –osservano- che è in attesa di approvazione, da parte del Senato, un disegno legge che individua il paesaggio rurale dell’Amerino tra i venti paesaggi più belli d’Italia che vanno tutelati e valorizzati. Condividi