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PERUGIA - Nessun profitto personale ma irregolarita' nelle procedure dettate dalla necessita' di far fronte alle difficolta' anche organizzative in cui operava la Fondazione Umbria contro l'usura. Si e' difesa cosi' l'ex consulente della Fondazione, Claudia Pasqua, arrestata dalla guardia di finanza di Perugia con l'accusa di peculato e falsita' materiale da parte di pubblico ufficiale e interrogata oggi per circa un'ora e mezzo dal gip di Firenze, alla presenza del sostituto procuratore Giuseppe Bianco. Secondo l'accusa la donna, difesa dall'avvocato Giuseppe Innamorati, aveva creato una sorta di gestione ''autonoma'' dell'ente, falsificando sistematicamente la firma del presidente e concedendo finanziamenti in difformita' o in totale mancanza delle delibere ufficiali, il tutto al fine di distrarre fondi pubblici a proprio beneficio. Claudia Pasqua, 43 anni, residente a Torgiano, ha risposto alle domande del gip sostenendo di non aver compiuto i falsi che le vengono attribuiti nel capo di imputazione. In merito alle irregolarita' contestate dall'accusa, la Pasqua - secondo quanto si e' appreso - ha spiegato che queste ultime erano in alcuni casi messe in atto per fare fronte alle necessita' dell'associazione e alla sua difettosa operativita' amministrativa. Il tutto al fine di rispondere in maniera urgente alle impellenze degli associati. Irregolarita che, comunque, si sarebbero realizzate in un numero minore rispetto a quelle prospettate dall'accusa e mai per perseguire un profitto personale. La donna avrebbe, quindi, anche specificato alcuni passaggi avvenuti nel suo conto corrente. Passaggi, secondo la versione fornita dall'arrestata, concordati in massima parte con gli stessi assistiti. Il gip, al termine dell'interrogatorio, si e' riservato di decidere su alcune eccezioni presentate dall'avvocato della donna e sulla richiesta di revoca degli arresti avanzata dallo stesso legale. Condividi