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Forse stanotte si scioglieranno i nodi della battaglia interna a Rifondazione comunista. La riunione della mozione 1, divisa nelle valutazioni sulle aperture di Nichi Vendola fra il possibilista Claudio Grassi e il più duro Paolo Ferrero, è prevista in serata e dovrebbe chiarire se la divaricazione politica diventa una intesa fra Grassi e i bertinottiani oppure una controproposta di tutta la mozione. In mattinata, alcuni interventi importanti segnano il campo delle divisioni fra le mozioni: il bertinottiano Alfonso Gianni 'aggiusta' la linea di Vendola, che ieri ha messo da parte la parola 'costituente' nel suo discorso. "Si dice - afferma l'ex sottosegretario del governo Prodi - che c'è bisogno di cambiamento, io sono per il massimo cambiamento: passare da Rifondazione Comunista alla ricostruzione della sinistra". Leonardo Masella della mozione tre, prova a scuotere il congresso chiedendo di discutere "se si vuole o meno un partito comunista in Italia" e ricordando che "siamo finiti sui giornali per le tessere false alla democristiana". Giovanni Russo Spena, uno dei 'big' dell'area Ferrero, attacca Vendola: "Le modalità della sua candidatura non hanno giovato, ha dato in qualche modo l'idea di una democrazia gestita in modo plebiscitario". Poi lascia cadere una battuta: "Non ci sono dirigenti per tutte le stagioni". Apparentemente è un luogo comune, ma potrebbe essere letta anche come una indicazione: i ferreriani sperano ancora di impedire l'intesa Grassi-Vendola proponendo un compromesso, sulla base del fatto che la linea politica della seconda mozione (o meglio il suo punto nodale, la costituente della sinistra) viene accantonata e quindi serve un segretario di mediazione. Magari un giovane: Grassi tempo fa aveva proposto Gennaro Migliore. "Non esiste - dicono però gli uomini di Vendola - un accordo in due tempi, prima la linea e poi il segretario. Si deve votare il segretario, poi la linea si può aggiustare, una intesa si trova". Anche dalla mozione bertinottiana, però, non si nega che la partitws è ancora aperta, e che l'ipotesi di una votazione con il partito spaccato a metà, in cui Vendola diventa segretario solo grazie all'astensione di qualche delegato della terza mozione "ci consegnerebbe un aprtito difficile da gestire". Condividi