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“Si è ripetuta l’indegna offesa alla memoria di Venanzio Gabriotti ed ai martiri della resistenza antifascista. Con scritte ed effigi naziste è stato imbrattato il monumento all’eroe tifernate eretto sul greto del torrente Scatorbia dove Gabriotti fu trucidato da un plotone di nazisti e di fascisti la mattina del 9 maggio 1944. La condanna della città è netta e ferma. Ed è incessante - sottolinea il sindaco di Città di Castello Fernanda Cecchini - l’opera dell’Amministrazione comunale per rendere sempre vivo nella coscienza collettiva della popolazione e delle giovani generazioni di oggi il significato profondo del sacrificio che i giovani di allora misero in campo per liberare il paese dalla dittatura e dalle tragedie in questa l’aveva fatto precipitare”. “È seriamente preoccupante - aggiunge la Cecchini - che questo nuovo gesto vandalico si sia verificato, quasi a volerne contrastare o smentire il significato, all’indomani del dibattito e del voto unanime del Consiglio comunale sul ruolo dell’Istituto di storia politica e sociale intitolato a Venanzio Gabriotti”. “So bene - conclude il sindaco tifernate - che, anche a Città di Castello, c’è chi vorrebbe cogliere l’occasione dell’approfondimento e della ricostruzione storica della resistenza tifernate per riscriverne e mistificarne episodi e circostanze e cambiare le carte in tavola. Ma su un aspetto la storia è già stata scritta in modo chiaro ed incontestabile. Non vi è dubbio alcuno che da una parte c’era chi combatteva e moriva per la libertà e dall’altra parte c’era chi invece infieriva su persone inermi a suon di purghe, aggressioni, assassini”. Una ferma condanna arriva anche dal capogruppo di Rifondazione Comunista a Palazzo cesaroni, Stefano Vinti: "E' un gesto terribile perchè viene all'indomani di una giornata dedicata proprio a questo eroe partigiano umbro. Quindi un gesto mirato di chi, come ha detto bene anche il sindaco Cecchini, vorrebbe riscreve la storia della resistenza usando l'inchiostro dell'odio e del falso. Lo stesso usato per diffondere il fascismo". Pubblichiamo la lettera dell'eroe prima di essere ucciso. Miei cari tutti, Forse sono le ultime ore di questa mia vita disgraziata che non ha mai avuto un raggio di luce ma nella quale ho sempre lottato per una idea di grandezza della Patria. [Pagina 2] Ricordo tutti indistinta= mente i miei cari di casa, i nipoti, raccomando loro di non dimenticare che ho sempre loro voluto bene. Ad Anita raccomando che tenga bene la Signora come fossi [Pagina 3] io - sarà il ricordo di me. Bacio tutti gli amici cari - i compari. Perdono tutti quelli che possono avermi fatto del male e con tanto affetto abbraccio i parenti, sorelle [Pagina 4] cognati e nipoti. Ai Sacerdoti chiedo la carità di una preghiera Chiedo [di perdonarmi] del malo esempio e chiedo la benedizione ed una prece dal Vescovo Venanzio Gabriotti Condividi